Pescara – “La politica del Governo Conte degli ultimi mesi nei confronti dell’istruzione non è certo stata delle più rassicuranti, anzi. Nel bene o nel male, però, eravamo convinti che l’emergenza Covid avesse finalmente scoperchiato il vaso di Pandora ed imposto nel dibattito pubblico la necessità di un serio investimento nell’istruzione, sia nella messa in sicurezza e ammodernamento delle strutture, sia assumendo insegnanti e personale ATA. Alla fine solo briciole e incertezza” è quanto affermano Francesco Belfiglio, Coordinatore provinciale GC Pescara Corrado Di Sante, segretario pro vinciale PRC-SE Pescara.
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Per i dirigenti PRC il dibattito politico si è impantanato quasi subito, “fra muri di plexiglass ed amenità varie si è solo raschiata la superficie delle gravi carenze che, ormai da decenni, gravano sull’istruzione pubblica causati dai tagli e dalle pessime riforme di centrodestra e centrosinistra. Le lacrime di coccodrillo di Zaffiri e degli altri 3 presidenti delle province abruzzesi sono ridicole. I tagli alle province e all’edilizia scolastica sono il frutto delle scelte dei parlamentari dei loro stessi partiti”.
Anche le nuove criticità derivate dal lockdown sono state affrontate solo marginalmente e con mezzi insufficienti lamentano Di Sante e Belfiglio.
“Oltre 500 mila ragazze e ragazzi sono rimaste escluse dalla Didattica a distanza, non tutti/e viviamo nella famiglia del Mulino Bianco, e appena fuori dai centri più urbanizzati dell’area metropolitana internet veloce è un miraggio.
Gli studenti e le studentesse potranno rientrare in aula a settembre e troveranno le stesse condizioni dell’ultimo giorno di scuola: classi pollaio, strutture vecchie, scarsa manutenzione, spazi insufficienti nonostante il calo demografico e di iscritti”.
“In Provincia di Pescara come nelle altre province arriveranno 750 mila euro, briciole, per 17 istituti superiori di secondo grado, in 23 plessi, poco più di 30.000 euro per ogni plesso o sede distaccata, insufficienti perfino per adeguare le classi già esistenti alle misure anti-Covid, figuriamoci per munirsi di nuovi spazi.”
Gli esponenti del PRC intervengono anche sulla riorganizzazione del trasporto scolastico, per il quale chiedono di e aumentare il numero dei mezzi a disposizione e conciliare orari e percorsi, “ma chi dovrebbe fornire soluzioni da Tua al presidente della Provincia passando per i sindaci afferma di non esserne in grado, lascino i propri incarichi per manifesta incapacità. Insomma si rimane in attesa di un allentamento delle misure o di un nuovo lockdown. Il solito si salvi chi può. La scuola non è la priorità.
È vergognoso che mentre la scuola pubblica è costretta ad elemosinare soldi anche in pieno Stato d’emergenza, in Parlamento dal Pd alla Lega hanno votato a favore dello stanziamento di 300 milioni per le scuole private, in barba alla Costituzione”.
Rifondazione Comunista e le/i Giovani Comuniste/i chiedono misure urgenti, che restituiscano sicurezza alle scuole, per il rilancio costituzionale di un sistema che può ridisegnare il nostro futuro, proponendo:
- Un punto di PIL in più di risorse per Scuola e Università, riportandole vicino alla media europea.
- Almeno 3 mq di spazio riservato a ogni alunno e un numero che non superi i 15 per classe.
- Assunzione del personale docente e ATA necessari per l’aumento delle classi.
- Reperimento di tutti gli spazi disponibili per garantire il distanziamento, a partire dagli edifici abbandonati per il dimensionamento della rete scolastica.
- Immediato finanziamento e programmazione di un piano straordinario per l’edilizia scolastica. Messa finalmente a norma degli edifici e creazione di spazi adeguati per tutte le attività delle scuole.