Montesilvano – Sul tema delle spiagge accessibili affrontato in questi giorni sulle nostre pagine, riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione del presidente dell’associazione Carrozzine determinate Claudio Ferrante.
Da anni ci battiamo senza sosta per la difesa di diritti della disabilità e raramente abbiamo avuto la politica al nostro fianco, decisamente più spesso abbiamo dovuto contrastarla. Registriamo dunque con favore l’interessamento alle questioni relative alle persone con disabilità.
Ci riferiamo alla richiesta incessante dell’opposizione del comune di Montesilvano che chiede con forza ed energia il ripristino delle spiagge pubbliche accessibili.
Sappiamo di raccolte di firme e ci dispiace, ma crediamo che chi si occupa della cosa pubblica ha soprattutto il dovere di tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini, in particolare dei più deboli. Per far questo a volte è necessario anche attuare scelte impopolari proprio come il “lockdown” impostoci dal governo per salvarci la vita.
Oggi con la situazione drammatica del Covid-19, ripristinare quelle spiagge significherebbe essere irresponsabili, poiché la loro conformazione non consentirebbe di rispettare rigorosamente il protocollo di sicurezza previsto dall’ordinanza regionale.
Questo significherebbe da un lato mettere a repentaglio la vita delle persone più fragili e dall’altro sperperare denaro pubblico (oltretutto, per avere solo quattro postazioni al massimo). Per questo, con grande sofferenza personale, rammarico e dispiacere, spero che la mozione presentata dai partiti dell’opposizione non venga accolta dal Consiglio comunale di Montesilvano.
Qualcuno vuol far credere che le persone con disabilità grave siano state abbandonate e si trovino senza spiaggia e senza mare, ma non è così.
È importante in un periodo emergenziale come questo, fare chiarezza e ringraziare molti titolari degli stabilimenti balneari che hanno aderito e che stanno aderendo all’iniziativa del Comune denominata “mare per tutti”, mettendo a disposizione postazioni attrezzate gratuite per le persone disabili gravi.
Ciò ha consentito, come ricordava il Sindaco del Comune di Montesilvano Ottavio De Martinis e il consigliere Giuseppe Manganiello, di garantire gratuitamente alle persone con disabilità molte più postazioni dislocate in tutta la fascia costiera, miglior confort come docce comode, bagni, consumazione fin sotto all’ombrellone, passerelle che arrivano fino alla battigia, pedane, lettini per gli accompagnatori o per i familiari.
Quando il coronavirus non sarà più un pericolo, saremo i primi a chiedere al comune di Montesilvano il ripristino e il miglioramento delle spiagge pubbliche accessibili, così come stiamo chiedendo da anni una legge regionale che estenda l’obbligatorietà della spiaggia pubblica senza barriere a tutti i comuni della costa , così come è stato fatto per i nostri amici cani, ma non per gli esseri umani. Finora siamo stati soli a condurre questa battaglia, a questo punto ci aspettiamo i partiti al nostro fianco battersi in consiglio regionale !
20 giugno 2020
IL PRESIDENTE ASSOCIAZIONE CARROZZINE DETERMINATE
CLAUDIO FERRANTE
Non si capisce per quale motivo il Comune pensi di garantire la sicurezza delle persone disabili obbligandole ad elemosinare un posto in un lido, piuttosto che mettendole in condizioni di usufruire in autonomia e sicurezza di una spiaggia libera accessibile. Se il problema sono gli spazi, va ampliata la spiaggia non i lidi. A me sembra che nascondendosi dietro la foglia di fico del covid si stia perpetrando un furto ai danni di tutta la collettività, togliendole un bene dal quale il Comune aveva tratto vanto e apprezzamento.
Non si capisce pet quale motivo il Comune pensi di proteggere le persone disabili obbligandole a dover elemosinare dei posti nei lidi, piuttosto che mettendole in condizione di poter usufruire in autonomia e sicurezza di una spiaggia libera accessibile.
Se il problema sono gli spazi allora dovrebbe essere ampliata la spiaggia, non i lidi.
A me sembra che ci si nasconda dietro la foglia di fico del covid per perpetrare un furto ai danni della collettività, rubandogli uno spazio accessibile a tutti – non solo ai disabili – che in passato invece è stato motivo di orgoglio e di apprezzamento per il Comune.