Salce: dopo mesi di chiusura si rischia solo
di infliggere un altro colpo a operatori già in difficoltà
PESCARA – «Dopo mesi di chiusura, perdita di clienti e fatturato, gli operatori della ristorazione non possono adesso essere penalizzati ulteriormente con l’imposizione da parte dell’amministrazione comunale di Pescara di orari francamente anacronistici. Occorre revocare l’attuale ordinanza e prolungare gli orari in modo ragionevole». Secondo il direttore della Cna provinciale, Carmine Salce, «si è stabilita una relazione sbagliata e fuorviante, nella discussione in corso in città sui recenti incidenti legati alla movida notturna, tra orari di chiusura degli esercizi di ristorazione e questi fatti. Risse e scazzottate sono un problema di ordine pubblico, e non hanno rapporto alcuno con l’apertura di bar e ristoranti».
A detta di Salce, poi «la decisione di fissare a mezzanotte la chiusura delle attività appare del tutto illogica. Perché i dati epidemiologici sono confortanti, e fatte salve le dovute cautele, non giustificano restrizioni così severe; perché siamo in piena stagione estiva, e gli orari tendono naturalmente a dilatarsi; perché dopo il lunghissimo lockdown è fisiologica l’esigenza soprattutto per i più giovani di prolungare il tempo di vita fuori casa; perché la chiusura anticipata dei locali, di per sé, non garantisce affatto che una volta abbassate le saracinesche vadano tutti a casa; e perché così una grande massa di persone tenderà a spostarsi verso le attività di ristorazione dei centri vicini, dove non sono stati imposti orari così restrittivi. A danno ulteriore degli operatori della città».
Il direttore provinciale della Cna, infine, «chiede al Comune, cui va riconosciuto di svolgere attraverso il corpo dei vigili urbani un importante lavoro di controllo e prevenzione dei reati nella strade sovraffollate, di sollecitare una sinergia con le forze dell’ordine; in modo da poter controllare con più divise i punti caldi durante le ore serali, garantendo la tranquillità di chi lavora e dei loro clienti, oltre che dei residenti».