Pescara – Le associazioni Co.n.al.pa. Pescara – Chieti, AIAPP Abruzzo e Pro Natura Abruzzo con una nota condannano il taglio di alberi di leccio in Viale Pepe per ripiantare palme Washingtonia. «Non riusciamo a capire le motivazioni di questo ennesimo assalto contro il verde urbano pescarese, in una città che soffre la cementificazione selvaggia e che ha assolutamente bisogno di verde urbano con alberi che producono ombra e combattono l’inquinamento».
Le associazioni rimarcano come ora in piena primavera gli alberi diventano luogo di nidificazione. «Il leccio è uno degli alberi più amati dall’avifauna quindi è stato fatto anche un danno alla biodiversità. Il Quercus ilex, da sempre simbolo del paesaggio abruzzese e pescarese, è una specie molto importante per gli ecosistemi, simbolo del mediterraneo e della nostra storia. E’ tra i migliori alberi contro il particolato atmosferico ed è un ottimo albero da ombra. Ripiantare palme Washingtonie, specie ornamentali che non svolgono mitigazione dell’isola di calore o lotta all’inquinamento, ci sembra un nuovo fallimento nella gestione del verde pescarese».
A Pescara, lamentano le associazioni ambientaliste è necessario cambiare modo di operare sul verde urbano che ricordano come siano tante le operazioni finite male. «Le nuove piantagioni di alberi effettuate in città si sono dimostrate in molte occasioni un fallimento clamoroso, soprattutto per la mancanza di cure colturali e il miglioramento dei siti d’impianto. Tanti sono i giovani alberi rinsecchiti che devono essere sostituiti, con dispendio di soldi da parte del Comune. La costruzione delle infrastrutture verdi e degli spazi alberati non può essere gestita con la mentalità dell’usa e getta o della disposizione di oggetti d’arredo. Per combattere l’inquinamento e l’isola di calore non servono le palme ma occorrono alberi da ombra, latifoglie sempreverdi, alberi anti-smog, siepi di arbusti. Non possiamo assistere ancora a questa fiera di alberi rinsecchiti, di lecci e pini abbattuti che popolano Pescara, seguendo una logica fallimentare che non rinverdisce affatto la città».
Le associazioni ricordano di essersi sempre rese disponibili a collaborare con l’amministrazione per il miglioramento del patrimonio arboreo cittadino, desiderosi di dialogo e soprattutto di confronto costruttivo. «Queste scelte creano danni e non migliorano la qualità dell’aria in città. Gli alberi e il verde urbano hanno bisogno di molteplici figure tecnico-professionali che devono essere in grado di operare in squadra per il miglioramento del bene comune».