Pescara – Sulla volontà dell’azienda Brioni Roman Style nel riaprire le sue sedi lunedì 23 intervengono criticando questa scelta Marco Fars, Segretario regionale, Corrado Di Sante Segretario provinciale e Gabriele Frisa, Segretario cittadino del Partito della Rifondazione comunista – Sinistra Europea.
Alla nota di Rc-Se si affiancano anche loro stigmatizzando le scelte dell’azienda tessile, Francesco D’Agresta, Segretario provinciale Articolo Uno insieme a Massimo Berardinelli, responsabile Lavoro Articolo Uno Abruzzo e Federico Acconciamessa, Articolo Uno area vestina.
PRC- SE ‘GIARDINI CHIUSI, FABBRICHE APERTE: UNA FOLLIA!’
Mercoledì 18 marzo Rifondazione Comunista aveva evidenziato la necessità di includere Penne nella zona rossa decretata da Marsilio ed in particolare di fermare le produzioni non essenziali tra cui la Brioni.
«Oggi scriveremo a sindaci, prefetto, Ispettorato del lavoro e Asl, –annunciano i dirigenti di Prc-Se– associandoci a quanto già fatto dai sindacati nel manifestare tutti i rischi della riapertura degli impianti produttivi Brioni.
L’elenco delle inadeguatezze esposto dai lavoratori non è frutto di paura ma di conoscenza del ciclo produttivo che difficilmente può prestarsi a rispettare le prescrizioni minime per evitare il diffondersi del contagio. Ricordiamo che quando i lavoratori si astengono dal lavoro lo fanno non solo per loro ma per noi tutti».
Prc definisce come paradossali i richiami alla popolazione con provvedimenti sempre più restrittivi per poi costringere centinaia di persone a spostarsi «anche per chilometri dovendo raggiungere un luogo di lavoro che nessuna norma può rendere sicuro al 100%».
ARTICOLO UNO: ‘PER IL BENE DELLA VESTINA LA BRIONI RESTI CHIUSA’
Articolo UNO ritiene utile proseguire le attività produttive non necessarie ma precisa, solo se nelle condizioni di garantire ai lavoratori le dovute garanzie sanitarie come previsto dal protocollo sottoscritto da Governo, aziende e sindacati.
«In questo senso ci preoccupa la volontà di Brioni Roman Style di riaprire le sue sedi lunedì 23 –spiegano i dirigenti A1 nella nota– richiamando circa 1000 lavoratrici e lavoratori, generando così un movimento di persone assolutamente sconsigliabile in questa fase, con il serio rischio di far proliferare il contagio anche in considerazione del fatto che tali sedi sono dislocate a Penne e nell’area vestina ovvero in una zono fortemente colpita dalla diffusione del covid-19 e adiacente la zona rossa della val fino.
Ci associamo dunque a quanto già espresso in merito da CGIL, CISL e UIL, chiediamo alle istituzioni competenti, a partire dal Presidente Marsilio, di intervenire per scongiurare la situazione che si va delineando e alla Brioni di ripensare l’apertura o di ridurre fortemente la produzione anche alla luce dei provvedimenti governativi che garantiscono la cassa integrazione straordinaria».
Dichiara D’Agresta: “L’area vestina è colpita duramente dal Coronavirus, sarebbe meglio per tutti oggi ascoltare i lavoratori della Brioni e posticipare la riapertura”.