Montesilvano – Si è tenuta stamane presso la Sala Tricolore di Palazzo di Città la conferenza stampa “La spiaggia è una risorsa, non un parco divertimenti”, promossa dai gruppi consiliari di opposizione PD e M5S, insieme alle associazioni ambientaliste storiche e a quelle più giovani impegnate nella difesa del territorio, Legambiente, Italia Nostra, Mila Donnambiente, Maiellando, Civitas Ambiente e Comitato Saline-Marina-PP1.
Presenti Giovanni Damiani, già direttore tecnico dell’ANPA e dell’ARTA Abruzzo, Domenico Valente, Presidente Italia Nostra Abruzzo, Edvige Ricci di Mila Donnambiente, Angelo Tarquinio di Civitas Ambiente, insieme ai consiglieri PD, Romina Di Costanzo e Antonio Saccone, e alla capogruppo del M5S, Paola Ballarini.
«E’ davvero sconcertante constatare l’attenzione riservata all’ambiente da questa Amministrazione», scrivono nella nota congiunta il PD, M5S, Italia Nostra, Legambiente, Mila Donnambiente, Civitas Ambiente, Comitato Saline Marina PP1.
«Eppure una città che ambisce ad avere una vocazione turistica, dovrebbe considerare la variabile ambientale una delle principali risorse su cui fondare la propria economia e dunque tutelarla e valorizzarla per le sue peculiarità. Invece in città –commentano– succede l’esatto contrario. Oggi e domani, l’amministrazione, come assessorato comunale allo Sport, patrocina una manifestazione che apre l’arenile ai fuoristrada e tutti coloro che possiedono un’auto 4×4 e hanno voglia di provare una nuova esperienza di guida sulla spiaggia.
Non è bastato il JBP che, per il suo allestimento sull’arenile, ha comportato ad agosto scorso l’abbattimento di un tratto di cordolo di ciclabile e lo sradicamento della siepe frangivento, cui ad oggi non è seguita alcuna soluzione anche tampone volta a contenere lo spreco di sabbia, che invade la carreggiata stradale, depauperando il bene pubblico, considerato solo come fastidioso intralcio.
Ora anche il Beach Experience, che sconvolge l’assetto del litorale, massacrandolo con la creazione di piste da corsa per il passaggio dei fuoristrada che impattano e inquinano lo spazio che questa estate sarà riservato a spiaggia libera, con buona pace dei cittadini che su quella sabbia andranno a sdraiarsi.
Beach party, beach experience. Un concetto di spiaggia massivamente sfruttata per finalità antropiche, intesa come centro di intrattenimento, in cui la salvaguardia passa in subordine al divertimento e anche all’estetica, tanto da motivare il mancato ripristino di una barriera naturale, in nome della visuale del paesaggio».
Opposizione e ambientalisti ricordano come l’ecosistema del litorale sabbioso sia estremamente fragile e costituisca un habitat in cui prosperano e nidificano in tane nascoste sotto la sabbia insetti terricoli, piccoli crostacei anfipodi che, come i talitri, che vivono sulla linea di confine tra la spiaggia e la battigia.
«Un ecosistema che richiama ballerine d’acqua, passeri, cornacchie e, specie in questo periodo, tanti altri limicoli di passaggio, oltre a essere luogo di nidificazione in questo periodo dell’ormai famoso “fratino”, il trampoliere protetto dalla Direttiva Uccelli. Di certo perseverando con queste scelte, che consentono addirittura il passaggio dei motori, con emissioni di idrocarburi incombusti, rischi di inquinamento da rilascio di olii e grassi chimici di lubrificazione, non si consentirà mai la maturazione dell’ecosistema».
«Piuttosto dunque che patrocinare e promuovere iniziative di questo tipo, –aggiungono le associazioni insieme a PD e M5S– auspicheremmo un progetto di rinaturalizzazione spontanea dei pochi tratti di spiaggia libera rimasti. Tra l’altro si è visto che si è sviluppata una pianta l’”Ammofila arenaria” che potrebbe ricreare fasce importanti dal punto di vista naturalistico ed ecologico. Un’essenza che permette alla duna di elevarsi in altezza e, contemporaneamente, la consolida al suo interno con il suo fitto apparato radicale, consentendo alla duna di svilupparsi parallelamente alla costa. Si tratterebbe di un’opportunità importante per restituire naturalità ad un tratto di spiaggia, con la doppia funzione di diversificare l’offerta turistica, anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale e contenere l’azione dei venti nel trasporto della sabbia, ricreando un habitat naturale dove potranno attecchire altre specie vegetali più complesse, richiamando una fauna al momento scoraggiata».