Montesilvano – Un atto vandalico deplorevole, molto probabilmente legato al clima di intolleranza, fobia e ignoranza sul coronavirus. E’ questa la sintesi dello spiacevole episodio avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi, quando ignoti avevano rotto il vetro dell’ingresso di una sartoria gestita da cittadini di origini cinesi, sul fatto, interviene Articolo Uno di Montesilvano invitando specialmente in queste giornate a usare tolleranza e buon senso
«Queste sono giornate difficili per tutto il Paese e vogliamo essere vicini a chi è colpito dal Covid-19, a chi vive nelle zone a maggior rischio, alle attività produttive bloccate e a tutto il personale sanitario e non che in queste ore sta dando grande prova di professionalità. Con l’occasione invitiamo i cittadini a seguire le indicazione emesse dal Ministero della Salute.
In questo contesto delicato assistiamo purtroppo a scene che non vorremmo mai vedere messe in piedi da piccole persone come quelle che l’altra notte hanno dato sfogo alla loro frustrazione infrangendo la vetrina di un povero sarto di Montesilvano. L’unica colpa del danneggiato è quella di essere nato in Cina e quindi in automatico portatore sano del corona virus!
Vogliamo dare la nostra più totale solidarietà al sarto, alla sua famiglia e a tutte quelle persone che si sentono minacciate da criminali ignobili e vigliacchi e ci associamo ai tanti cittadini di Montesilvano che in queste ore stanno esprimendo solidarietà anche con gesti concreti.
Registriamo purtroppo da tempo uno sdoganamento ideale e verbale dell’odio che porta irrimediabilmente ad azioni reali.
Le uscite provocatorie di Salvini, di altri esponenti della politica, come quelle di alcuni amministratori locali non fanno altro che foraggiare questo clima, anche quando mascherate da patriottismo. Ma carnevale è finito e a pagare le spese del loro populismo saranno sempre gli ultimi.
Invitiamo quindi la nostra amministrazione comunale a dimostrare vicinanza a chi in questo momento di difficoltà è colpito da una malattia altrettanto grave che si chiama razzismo. Questo è il momemto in cui una comunità deve saper reagire e darsi forza».