Cgil, Cisl e Uil: “Totale assenza di politiche incisive. “
PESCARA, 5 febbraio – “L’esecutivo regionale sta per compiere un anno di vita: nella organizzazione della sanità abruzzese non è stato fatto nulla. Al contrario, la carenza di programmazione rischia di peggiorare la qualità dei servizi sanitari ed aggravare le attuali carenze”. Lo affermano le confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, congiuntamente alle rispettive organizzazioni di categoria dei servizi pubblici e dei pensionati, denunciando “la totale assenza di politiche sanitarie regionali incisive e strutturali utili a migliorare il sistema sanitario abruzzese” e sottolineando che “se non ci sarà un cambio di passo continueremo ad assistere ad un rapido ed ulteriore decadimento del sistema sanitario abruzzese”. Le organizzazioni si dicono pronte ad “azioni di mobilitazione se non dovesse esserci un deciso cambio di rotta”. Immediata la replica dell’assessore regionale alla Salute Nicolettà Verì che scrive “abbiamo ricevuto delle osservazioni, alle quali forniremo i necessari chiarimenti”, lo fa in quattro punti rispondendo a Cgil, Cisl e Uil.
Cgil, Cisl e Uil: “Subito cambio di rotta o pronti alla mobilitazione”
“Ci sono forze politiche che da un lato rivendicano nuove e maggiori funzioni legislative ed amministrative, appoggiando l’idea di costruire in Italia e in Abruzzo un regionalismo differenziato, dall’altro non si preoccupano di gestire al meglio quelle funzioni laddove una buona politica regionale farebbe davvero la differenza per i cittadini, come ad esempio il sistema sanitario – sottolineano le tre sigle – I dati sulla sanità abruzzese sono impietosi: liste di attesa infinite, sovraffollamento dei reparti e dei pronto soccorso, carenze di personale inaccettabili e che mettono a rischio la salute del paziente e degli stessi operatori, insufficienza dei servizi territoriali. Tant’è che i valori della mobilità sanitaria passiva sono fuori controllo e i cittadini abruzzesi scelgono sempre più di andare a curarsi fuori regione dovendo sopportare gravi disagi e spese proibitive per trasporto, vitto e alloggio”.
“Due delle quattro Asl abruzzesi – proseguono Cgil, Cisl e Uil – sono ancora senza direttore generale, le altre sono sprovviste del direttore sanitario o amministrativo. Nella riunione del tavolo di monitoraggio del 27 novembre scorso emerge chiaramente l’inadeguatezza di un Governo regionale che ancora non definisce quale rete ospedaliera vuole costruire, quanti e quali Dea di secondo livello implementare per far sì che anche in Abruzzo possano esserci strutture di eccellenza sanitaria. Ed è chiaro che in mancanza di un atto di programmazione ospedaliera non sarà possibile neanche aggiornare il fabbisogno di personale per programmare nuove assunzioni, mentre le carenze di personale sanitario peggiorano la qualità dei servizi sanitari”.
“Relativamente alla rete territoriale, che l’assessore dichiara di voler potenziare – osservano ancora le tre organizzazioni – non viene indicato nessun cronoprogramma per la realizzazione delle azioni programmate né una previsione delle risorse deputate a sostenere tale potenziamento. Altresì non è dato sapere quali e quanti investimenti la Regione vuole attivare per l’ammodernamento tecnologico degli impianti e delle attrezzature. Sempre in tema di programmazione sanitaria, la Regione non ha ancora trasmesso la proposta di Programma operativo 2019-2021. In un anno di Governo non si è fatto pressoché nulla, saltando a piè pari il primo anno di programmazione”.
I sindacati hanno consegnato all’assessore Nicoletta Verì e al presidente del Consiglio regionale 17mila firme di cittadini abruzzesi per chiedere: riduzione delle liste di attesa; assunzione di personale sanitario; potenziamento della medicina territoriale; eliminazione del superticket; implementazione sanità di genere.
“Ad eccezione del superticket, che sarà abolito grazie alla Legge Finanziaria Nazionale dal mese di settembre 2020, le richieste del sindacato – dicono Cgil, Cisl e Uil – sono state tutte disattese. Il piano regionale per le liste di attesa, presentato in pompa magna nel maggio 2019, non ha dato risultati positivi; ad oltre sei mesi dalla sua emanazione l’assessore non sente il dovere di spiegare ai sindacati ed ai cittadini tutti i motivi di tale fallimento e cosa intende fare per correggere gli errori compiuti. Ma se ci preoccupano i dati sulle cose promesse dalla Giunta regionale e non mantenute, maggiore timore viene dal ritardo sulla programmazione sanitaria, considerato che le scelte non fatte ci allontaneranno ancora di più dalle Regioni che quelle scelte hanno già fatto e che oggi possono contare su un servizio sanitario più efficace ed efficiente del nostro”.
“Gli incontri tenuti dai sindacati con l’assessore alla Salute sono stati inconcludenti – scrivono ancora le organizzazioni – non sono state fornite informazioni dettagliate né documentazione utile a capire cosa si vuole fare. Alle roboanti dichiarazioni dell’assessore non sono seguite azioni concrete e non sono stati elaborati cronoprogrammi”.
“Anche in tema di edilizia sanitaria – aggiungono – i sindacati hanno appreso con favore la volontà della Regione di rimodulare il piano già presentato dalla precedente Giunta regionale perché insostenibile da un punto di vista economico e che prevedeva di utilizzare la tecnica del project financing che non è affatto adatta per la costruzione di ospedali. Detto ciò, a distanza di un anno, l’attuale esecutivo non è stato in grado di decidere nulla, ritardando dunque l’avvio di un piano straordinario di edilizia sanitaria necessario per la nostra regione per dare più sicurezza ai cittadini abruzzesi e che creerebbe anche nuove prospettive occupazionali in un settore in crisi quale é quello dell’edilizia”.
“Non si può continuare con una politica sanitaria attendista e che non fa altro che peggiorare una situazione già critica. I sindacati chiedono alla Regione un deciso cambio di rotta. In caso contrario metteremo in campo azioni di mobilitazione a difesa della sanità abruzzese”, concludono Cgil, Cisl e Uil.
ASSESSORE VERI’ ” SBAGLIATO PARLARE DI GIUNTA CHE NON DECIDE”
«Leggo con stupore, e anche con un po’ di sconcerto, le dichiarazioni di alcuni rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, che accusano la sottoscritta e l’intera giunta regionale di non aver preso alcuna decisione sulla sanità in questi 10 mesi di governo. –Così l’Assessore Verì in replica alle sigle sindacali.– Per il rispetto del lavoro che invece è stato portato avanti, con la collaborazione del numero esiguo di dipendenti del Dipartimento Sanità, che si sono impegnati con spirito di abnegazione, tra mille difficoltà, mi corre quindi l’obbligo di precisare e puntualizzare alcuni aspetti”.
Strumenti di programmazione
“Non corrisponde al vero che questo governo non ha proceduto a formulare dei piani di riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale. Tutti sanno, compresi i sindacati, che già da luglio abbiamo iniziato a inviare al Tavolo di monitoraggio (che deve validare preventivamente qualunque nostro provvedimento, essendo l’Abruzzo una Regione in piano di rientro) le schede sui presidi ospedalieri da riqualificare e la richiesta di deroga per mantenere aperto il punto nascita di Sulmona. La verità è che abbiamo scelto di condividere le nostre ipotesi con gli organismi ministeriali prima della loro adozione formale. E questo per evitare che accadesse quanto successo con la precedente giunta di centrosinistra, con i documenti che hanno fatto la spola tra Pescara e Roma per 5 anni, senza che accadesse nulla di concreto. Abbiamo ricevuto delle osservazioni, alle quali forniremo i necessari chiarimenti, in quello spirito di collaborazione interistituzionale che contraddistingue la nostra azione di governo.”
Edilizia sanitaria
“Sono contenta che i sindacati apprezzino la nostra scelta di abbandonare la strada dei project financing, ma allo stesso tempo non posso non rispondere che questa giunta non ha accumulato alcun ritardo. Motivo: la programmazione del precedente governo per la costruzione dei nuovi ospedali non è mai stata firmata dal ministero e i primi 143 milioni di euro assegnati all’Abruzzo, non sono mai stati deliberati. Siamo stati noi a sollecitare l’assegnazione dell’intera somma prevista per la nostra regione, così da poter finalmente avviare concretamente gli iter progettuali e i cantieri dei nuovi presidi, che finora erano solo belle intenzioni rimaste sulla carta”.
Personale
“E’ stato questo governo regionale, la scorsa estate, ad approvare i piani del fabbisogno di personale delle Asl, che prevede 1755 nuove assunzioni in 3 anni, oltre alla possibilità di sostituire “uno a uno” i dipendenti che si dimettono o vanno in pensione. Negli ultimi mesi sono partiti numerosi concorsi, ma la verità è che molti avvisi (soprattutto quelli per gli ospedali più piccoli) vanno deserti perché i medici sono pochi e preferiscono optare per le strutture più grandi. Stiamo cercando di ovviare a questo problema con una serie di azioni organizzative messe in campo dalla Asl, grazie anche alla disponibilità che hanno dato i medici già in servizio”.
Liste d’attesa
“Per la prima volta, nel 2019, una giunta ha destinato 2 milioni di euro di fondi del bilancio regionale (non del sistema sanitario) per l’abbattimento delle liste d’attesa, inseriti nel piano specifico approvato da questo governo. Questo ha consentito, seppur sperimentalmente, di aumentare considerevolmente il numero delle prestazioni eseguite e una riduzione notevole dei tempi di attesa per i primi accessi. Da qualche settimana sono operativi, anche se ancora non a pieno regime, i Cup di secondo livello, a cui si rivolgono direttamente gli specialisti per prenotare le prestazioni successive. E’ vero che c’è ancora molto da fare, ma voglio ricordare che spesso i tempi di attesa sono legati al fatto che il medico prescrittore non barra la classe di priorità, ritenendo dunque la prestazione richiesta non urgente (o forse non così necessaria). Anche a questo aspetto riserveremo particolare attenzione, visto che i livelli di inappropriatezza in Abruzzo sono eccessivi e fuori da ogni standard.
Un ultimo appunto lo riservo rispetto all’utilizzo del termine “roboante”, relativamente alle mie dichiarazioni. Chi mi conosce sa che sono una persona sobria e abituata a lavorare senza clamore, nel rispetto dei ruoli e delle istituzioni. Stiamo mettendo le basi per riprogettare la nostra sanità dalle fondamenta, ricalibrando le misure soprattutto sull’assistenza territoriale, così da evitare gli inutili accessi ai pronto soccorsi ospedalieri e i conseguenti affollamenti (impropri) dei reparti per patologie che potrebbero essere curate senza bisogno di ricovero. Non è un qualcosa che si conclude in 10 mesi di governo e sostenere il contrario, additando tutti i problemi della sanità abruzzese a questa giunta, è quantomeno sbagliato.
Continueremo in ogni caso ad andare avanti nel nostro programma di governo, con i sindacati al nostro fianco, anche perché è bene ricordare che sulle assunzioni di nuovo personale e sulle liste d’attesa, la nostra risposta alle loro istanze è stata immediata e fattiva”.