giovedì , 21 Novembre 2024

A14, viadotto Cerrano, H2O “quali lavori e in che tempi?“, Terzoni (M5S) “Gravissimi e ingiustificati ritardi di Autostrade per l’Italia”

«Grazie alla posizione ferma del Ministero delle Infrastrutture, della Procura di Avellino e del GIP, Autostrade per l’Italia Spa da qualche giorno sta finalmente lavorando alacremente sulla Pila 1 del Viadotto Cerrano» E’ quanto dichiara in una nota il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua . Gli ambientalisti facendo riferimento a immagini che hanno raccolto ieri  segnalano come appaiano in corso perforazioni per quello che sembra il posizionamento di micropali di consolidamento.
«A breve, da quanto leggiamo, dovrebbero essere installati i sensori profondi per i monitoraggi completi richiesti dagli ingegneri del Ministero che si aggiungono a quelli già esistenti. Finalmente abbiamo, in un paese che pare non imparare mai dalle tragedie, anche un Piano di Emergenza condiviso da tutti gli enti, nonostante all’inizio il concessionario pretendesse di usare non il piano specifico richiesto dal MIT ma il suo già redatto».

Il Forum H2O fa sapere come sul viadotto Cerrano abbia avanzato richiesta di accesso agli atti presso la prefettura di Teramo e al MIT «perché vorremmo capire, visto che ci sono in gioco la sicurezza dei cittadini, disagi infiniti delle imprese e grandi interessi del concessionario, esattamente cosa si sta facendo, con quale obiettivo, con che mezzi e in che tempi. Siamo interessati anche a capire come si intende affrontare nel medio e lungo periodo la situazione della frana che incombe su una delle più importanti infrastrutture italiane. Basta consultare le carte della regione che evidenziano l’estensione dei movimenti franosi nell’area per capire la sua vulnerabilità (a poche centinaia di metri sullo stesso versante una frana interessò il gasdotto Snam pochi anni fa con conseguenze gravissime). Quali lavori sono programmati? Da chi? Con quali tempi? Certo non si può rimanere ad aspettare che la frana si muova in maniera consistente».

Gli ambientalisti precisano ch da giorni sono a chiedere agli enti trasparenza e di pubblicare sui loro siti WEB tutta la documentazione sul caso, dalle relazioni tecniche, ai progetti alla corrispondenza. «Lo abbiamo chiesto ai comuni. Lo potrebbero fare MIT e Autostrade. In 40 giorni abbiamo sentito molte chiacchiere, molta propaganda, molto populismo spiccio, dalle tentate telefonate ad Avellino (!) fino alle dichiarazioni di emergenza con 200 milioni di euro richiesti allo Stato. Alcune di queste addirittura avanzate da chi votò nel 2008 la blindatura per legge delle convenzioni autostradali con il famigerato art.9bis che, fino a quando sarà ritenuto valido, taglia le unghie a qualsiasi azione decisa dello Stato nei confronti dei concessionari. Infatti, anche in caso di inadempienze di ogni genere, in caso di rescissione lo Stato dovrebbe comunque pagare i profitti previsti fino alla scadenza naturale della concessione (ora nel milleproroghe è stata introdotta una modifica contro cui si è scagliata l’associazione dei concessionari). Oppure richieste sacrosante, come quelle sui pedaggi che si continuano a pagare nonostante i disagi, portate però avanti da chi contemporaneamente difende a spada tratta e con zelo degno di miglior causa le convenzioni che non prevedono alcuna possibilità per lo Stato di sospendere i pedaggi, decisione lasciata alla sola munificenza del concessionario come accaduto sotto Natale. Nelle centinaia di dichiarazioni di amministratori e politici spesso la parola ASPI faceva fatica addirittura a comparire. Singolare, a nostro avviso, che non si sia visto da tutti in Autostrade per l’Italia il soggetto a cui chiedere conto fino in fondo di quanto sta accadendo».

Secondo il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, la vertenza che bisognava aprire con Autostrade per ottenere quello che da anni il MIT sta chiedendo,« magari con qualche manifestazione davanti al settimo tronco a Città S.Angelo, è stata spostata volutamente in mille rivoli inutili. Interessante notare che, a parte qualche comunicato stampa il concessionario, con il suo management si stia ben guardando dal comparire assiduamente e rispondere ai massimi livelli davanti alle TV nazionali.

Vogliamo sottolineare che sulle barriere new-jersey lo Stato fin dal 2015 ha individuato il problema nell’irregolare procedura di sostituzione degli ancoraggi, censurabile anche secondo la Procura. Da allora sta chiedendo ad Autostrade di risolverlo. Non certo con le omologhe fatte a posteriori pretese dal concessionario, querelle che ha portato via 5 (cinque) preziosi anni con ben due pronunciamenti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ma con sostituzioni secondo le richieste del MIT che, ancora a giugno 2019 a leggere il decreto del GIP, Autostrade respingeva. Il tutto secondo il programma di priorità stilato dal Ministero l’estate scorsa. Come al solito solo l’intervento della Magistratura ha sbloccato i primi lavori di cantierizzazione, peraltro solo sul tratto marchigiano. Anche su questo aspetto vorremmo capire come e in che tempi Autostrade Spa ha intenzione di procedere visto che anche ieri c’erano code incredibili. Sinceramente, più che ai risvolti penali con le inchieste che faranno il loro corso e verificheranno la sussistenza eventuali reati, siamo interessati alle soluzioni.

Certo è che sta mancando una riflessione profonda sul reale stato delle infrastrutture nel paese, visto che si continuano a prospettare grandi nuovi interventi quando non riusciamo a garantire la manutenzione dell’esistente. E, sul nuovo, invece di pensare a terze corsie, bisognerebbe investire eventuali denari pubblici nel trasferire finalmente il trasporto delle merci su rotaia».

Terzoni, (M5S)  “Gravissimi e ingiustificati ritardi di Autostrade per l’Italia”

Sul viadotto Cerrano, solo grazie a MIT e Procura di Avellino, ora lavorano alacremente sulla pila.Quali interventi sono previsti sulla frana?

 

« Sono riprese le lunghe code sull’autostrada A14 dopo il parziale dissequestro del viadotto Cerrano, a causa dei numerosi restringimenti causati dal sequestro delle barriere new jersey bordo-ponte ritenute insicure da ministero dei Trasporti che da anni ne chiede la sostituzione al concessionario senza successo, con conseguente intervento della Magistratura. Infatti ancora una volta Autostrade per l’Italia non si è dimostrata all’altezza di garantire gli standard di sicurezza richiesti a tutela degli utenti della strada» Così in una nota , Patrizia Terzoni vicepresidente commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera.

 

«Altri disagi per imprese e cittadini, quindi, dopo oltre un mese di vero e proprio caos derivante dallo stato precario del viadotto Cerrano, interessato da una frana. Problemi che dureranno mesi se non si procede celermente con i lavori. A parte il dissequestro parziale già concesso per alcuni viadotti in territorio marchigiano per procedere alla cantierizzazione, serve attuare concretamente il programma di manutenzione delle barriere a suo tempo predisposto dal MIT perché non si può andare avanti così.

Voglio ricordare che questa situazione si è esacerbata per l’atteggiamento di Autostrade per l’Italia che lo stesso GIP ha definito nei diversi provvedimenti “poco costruttivo e fuorviante alle richieste del Mit” oppure addirittura “dilatorio”.

Sul viadotto Cerrano solo grazie alla posizione intransigente di MIT e Procura di Avellino che pretendevano il posizionamento di sensori e un adeguato Piano di emergenza per affrontare tutte le possibili criticità derivanti dall’attivazione del movimento franoso, Autostrade ha fatto quello che doveva fare da tempo e si è giunti al dissequestro. Ora finalmente c’è un grosso cantiere alla pila 1 del viadotto. Verificherò i lavori che stanno svolgendo e, soprattutto, quali interventi si intendono promuovere nel più breve tempo possibile sul corpo di frana che incombe su un’infrastruttura prioritaria per il paese. Non possiamo certo rimanere con questa spada di Damocle sui nostri trasporti per i prossimi anni.

Tornando alle barriere vorrei ripercorrere l’incredibile storia che ha portato a questi problemi rileggendo il decreto di sequestro del GIP.

A settembre 2019 ampliava precedenti decreti, ponendo sotto sequestro anche le barriere new jersey bordo ponte su diversi viadotti della A14. La lettura del provvedimento a mio avviso fa rimanere raggelati. Come parlamentare esprimo tutta la mia indignazione, perché a fronte di miliardi di guadagni e dopo una tragedia, quella di Avellino con 40 morti, Autostrade per l’Italia ha ritenuto di intervenire sulle barriere di moltissimi viadotti tra il 2014 e il 2015 con una tecnica e con materiali non certificati e meno costosi.

Scrive il GIP che il sequestro “appare l’unica soluzione al momento concretamente praticabile per evitare il protrarsi di una condizione di insicurezza nella circolazione stradale idonea a cagionare, anche sull’A14, un evento disastroso di proporzioni analoghe” a quello di Avellino del 2013. Questo perché “alcun efficace dispositivo di controllo è stato predisposto da Autostrade per tutelare l’incolumità degli utenti della strada, nemmeno dopo il precedente decreto di sequestro preventivo del 30.4.2019”. Cioè anche dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova. Questo nonostante le pressanti e reiterate richieste degli organi ministeriali arrivate in questo lasso di tempo. Infatti dopo la tragedia di Avellino del 2013 Autostrade decide di sostituire gli ancoraggi Liebig dei viadotti perché ammalorati. Materiali e metodi appunto non regolari e, per un tecnico del ministero sentito dai PM, anche meno costose. Autostrade procede senza neanche avvisare il Ministero. In questo caso, però, sono stati i controlli dello Stato a evidenziare i problemi e lo voglio sottolineare. Addirittura a luglio 2019, all’ennesimo richiamo del Ministero di provvedere alla sostituzione, la società si è anche opposta perché questa decisione le addossava “oneri e costi”. In questi mesi, poi, ASPI ha continuato a depositare richieste di dissequestro. Quasi tutte respinte, tranne quella relativa all’installazione dei cantieri per avviare la sostituzione delle barriere in alcuni dei viadotti in territorio marchigiano a dimostrazione della disponibilità della Magistratura per la risoluzione concreta del problema. Peccato che finora non ne abbia sostituita neanche una, cosa che il GIP ha dovuto recentemente sottolineare.

Nel decreto il GIP censura in maniera assai pesante il comportamento della società che addirittura avrebbe anche assunto un atteggiamento dilatorio, cercando pervicacemente di non sostituire le barriere ritenute insicure, nonostante i pareri tranchant dei periti della Procura, di diversi uffici ministeriali e del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (che sul punto ha rilasciato ben due pareri, uno nel 2018 e uno nel 2019).

Autostrade ha infatti provato per anni ad omologare “a posteriori” gli ancoraggi irregolari, anche dopo il sequestro. Si legge nell’ordinanza “a fronte delle specifiche e pressanti indicazioni degli organismi ministeriali in ordine ai necessari ed indifferibili interventi di sostituzione dei sistemi di ritenuta in questione, si è limitata a presentare al gip due istanze di dissequestro temporaneo finalizzato ad effettuare prove di ‘pull-out’, sistema, tuttavia, di cui non ci è alcun cenno nel copioso carteggio intercorso tra Aspi e gli organi ministeriali, che sollecitano non la verifica strutturale e caso per caso delle barriere bordo-ponte, bensì la loro integrale sostituzione (in quanto inidonee a garantire la sicurezza della circolazione stradale)”. Tra l’altro risulta che i due crash test con esito negativo non furono trasmessi al Ministero e che anche i risultati dell’unico test positivo siano difficilmente estendibili agli ancoraggi già installati da anni. Questa sarebbe la leale collaborazione di ASPI con lo Stato?

Purtroppo dalla lettura dell’ordinanza si evince che i problemi riguardano una parte consistente della rete autostradale italiana e che tantissimi viadotti necessitano di interventi di sostituzione delle barriere, tanto che il Ministero ha predisposto un programma suddividendo i viadotti in tre ordini di priorità e il sequestro riguarda solo quelli più urgenti. Questo è quanto ci lascia in eredità una gestione sconsiderata di infrastrutture che furono costruite con il duro lavoro degli italiani e grazie alle loro tasse. Ripeto, è ora di dire basta».

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