giovedì , 21 Novembre 2024

Blocco tir su A14: Marsilio,  emergenza nazionale. L’INU, la crisi ha radici lontane

“LA SAPIENZA” CERTIFICHERÀ
SOLIDITÀ VIADOTTO DEL CERRANO

Pescara – Ha parlato di “emergenza nazionale” il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, riferendosi alla situazione di grave criticità che si sta vivendo in Abruzzo a seguito del divieto di transito ai mezzi pesanti, imposto dall’Autorità giudiziaria, nel tratto autostradale della A14 tra i caselli di Pescara Nord e Pineto a causa dei rischi per la sicurezza collegati alle condizioni del viadotto sul Cerrano.

Una situazione che costringe i mezzi pesanti a riversarsi sulla statale 16 determinando, da un lato, la paralisi della circolazione veicolare lungo questa importante arteria stradale e dall’altro gravissimi disagi ai residenti dei Comuni attraversati dalla SS 16. A tal proposito, questa mattina, in Regione, il presidente Marsilio ha presieduto un vertice con i due Prefetti di Pescara e Teramo, i due presidenti di Provincia, i sindaci dei Comuni interessati dalla problematica, i parlamentari abruzzesi, i rappresentanti di ANAS, RFI ed Autostrade per l’Italia ed alcuni consiglieri regionali oltre al Sottosegretario con delega ai Trasporti, Umberto D’Annuntiis.

“Dobbiamo far comprendere al Governo nazionale – ha affermato Marsilio – che questa emergenza ha, di fatto, spaccato in due la dorsale adriatica e quindi l’intera penisola. Il Ministro per le Infrastrutture, Paola De Micheli, – ha proseguito – proprio nelle prime ore di questa mattina, mi ha confermato che l’Università “La Sapienza” di Roma dovrebbe certificare, a breve, la validità del Piano di emergenza oltre che la solidità del ponte sul Cerrano. Elementi grazie ai quali Autostrade per l’Italia ritiene di poter ottenere, nella prossima settimana, dalla Procura di Avellino l’accoglimento dell’istanza di dissequestro del viadotto del Cerrano. A quel punto, i mezzi pesanti tornerebbero a circolare lungo l’autostrada liberando la statale 16″.

Inoltre, Marsilio ha aggiunto che “sia Autostrade per l’Italia che ANAS hanno garantito l’effettuazione degli interventi di manutenzione per il ripristino del manto stardale danneggiato liberando da costi ed incombenze i Comuni che, come quello di Silvi, stanno subendo i maggiori disagi”. Qualora la situazione non dovesse evolvere nella direzione da tutti auspicata, il presidente della Giunta regionale si è detto pronto a chiedere lo stato di emergenza poichè “la chiusura a tempo indeterminato del viadotto sul Cerrano equivale al crollo di un ponte come è avvenuto a Genova con il ponte Morandi. Se non arrivassero soluzioni idonee, – ha concluso Marsilio – la Regione non esiterebbe a chiedere al Governo un decreto legge per la nomina di commissari ad acta che facciano eseguire le opere necessarie per ristabilire la sicurezza e garantire a tutti i cittadini il diritto costituzionalmente garantito alla libera circolazione”.

 

A14, la sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica: “La crisi ha radici lontane, nel territorio abruzzese non si pianifica e non si progetta”

Può essere utile chiarire che la crisi in cui l’Abruzzo, in particolare le arterie stradali e autostradali di un lungo tratto costiero, è attanagliato da settimane ha cause recenti e lontane. Le recenti le conosciamo, e derivano dai provvedimenti giudiziari di cui alcuni viadotti autostradali sono stati oggetto; le lontane, invece, affondano nella cronica e grave mancanza di programmazione e pianificazione che il territorio abruzzese sconta”: comincia così l’analisi di Luana Di Lodovico, urbanista, che interviene a nome della sezione Abruzzo e Molise dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, presieduta da Roberto Mascarucci (sezione che è tra i promotori di un convegno che si svolgerà domani a Pescara sulla necessità di una nuova legge regionale sul governo del territorio), di cui è vicepresidente.

Luana Di Lodovico

Di Lodovico prosegue: “Il paradosso, che sa di beffa, è che sono redatti da anni studi urbanistici che offrono scenari e soluzioni; e che si tratta di studi commissionati e finanziati dagli stessi enti e dalle stesse istituzioni che ora si affannano a cercare soluzioni per tamponare l’emergenza viabilità, un’emergenza che poteva essere scongiurata attraverso la programmazione di lungo periodo. Parliamo di due studi in particolare: lo studio di fattibilità dell’adeguamento a quattro corsie – in sede ed in variante – della Strada statale 16 Adriatica (iniziato nel 2006 e conclusosi nel 2010) condotto dal Servizio Pianificazione Trasportistica della Direzione Centrale Progettazione di Anas in accordo con il Ministero, l’Università dell’Aquila, l’Università D’Annunzio Chieti-Pescara, l’Università di Camerino e l’Università del Molise, e il progetto ‘Territorio Snodo 2’ (del 2013) della Regione Abruzzo prosecuzione del Programma ‘Territori Snodo’ del Ministero delle Infrastrutture”.

La vicepresidente di Inu Abruzzo e Molise spiega che “entrambi gli studi hanno da subito messo in luce la carenza e l’incompletezza dei telai infrastrutturali abruzzesi, inadatti a sostenere carichi demografici maggiori di 100mila – 200mila abitanti, incapaci quindi di innervare sul territorio regionale e macroregionale i flussi, di persone e merci, determinati dai settori produttivi e turistici. Al centro di questi due studi c’è il potenziamento e l’adeguamento della rete infrastrutturale regionale e transregionale su gomma e su ferro: FS Adriatica, l’A14, l’A25, l’A24 e la SS16. I diversi gruppi di ricerca sono arrivati ad elaborare 5 soluzioni progettuali di ammodernamento alternative tra loro, e adattabili che prevedono la realizzazioni di: piccole tangenziali (by pass urbani); nuovo tracciato ricavato nello spazio compreso tra la SS16 esistente e la l’autostrada A14; adeguamento in sede della Statale; declassamento della A14 e realizzazione di nuovi tratti dei autostrada; rafforzamento delle direttrici trasversali (potenziamento della Fondovalle e/o della Pedemontana)”.

Di Lodovico sottolinea quindi che “i punti di partenza ci sono, per ripartire all’insegna della pianificazione e della programmazione di lungo periodo, individuando strategie e soluzioni che non solo evitino in futuro crisi come quella di cui siamo vittime in questi giorni, ma migliorino l’accessibilità, la competitività, la qualità della vita nel nostro territorio. Occorre che si parta da quanto è stato elaborato per attivare un tavolo di crisi, che offra soluzioni certe in tempi brevi, a cui partecipino gli amministratori, il mondo delle professioni, le aziende, il mondo accademico e dell’associazionismo, tra cui l’Inu”. 

 

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