Celano – E’ stato un fine settimana di importanti impegni culturali per il comune di Celano che non ha perso l’occasione per aprire le sue porte anche alle tradizioni abruzzesi.
Le mura del Castello Piccolomini (Polo Museale dell’Abruzzo, diretto da Lucia Arbace) hanno accolto la presentazione del libro dello scrittore Fabrizio Fanciulli che sta facendo parlare di sé e del suo amato borgo di Pretoro (Chieti) con L’Uomo di Legno, una creazione letteraria ispirata dalla figura di Antonio Palmerio, ormai noto a tutti, anche alle tv straniere, con l’affettuoso nome di Mastro Tonino, artigiano e scultore del legno del borgo chietino, ma anche l’ultimo “mastro fusaro”.
A dare il via all’appuntamento è stato l’evocativo docufilm realizzato dalla fotografa Stefania Proietto, con le immagini di Mastro Tonino al lavoro, circondato da curiosi e tanti piccoli visitatori affascinati dai suoi racconti e dai suoi aneddoti: una dimensione surreale quella vissuta in un borgo in cui il tempo è lento, piacevole e dove l’orologio sembra essersi fermato, dove la vita scorre a passo d’uomo e dove è gradevole ascoltare anche il silenzio protetto da una natura incontaminata.
Una vita lunga quasi 89 anni, quella del Mastro, segnata dalle tragiche vicende della Seconda Guerra Mondiale, che mai si è arresa alla violenza e alle brutture e che, anzi, ad esse ha risposto con la bellezza e l’emozione dell’arte, con l’odore del legno trasformato in piccole trottole per i giochi infantili o in stupefacenti sculture realizzate nel minimo dettaglio, dalla maestria di chi riesce a fare di una semplice fotografia una vera opera d’arte da esporre nei musei.
Attraverso un dialogo tra l’autore e la giornalista pescarese Alessandra Renzetti è stato offerto ai presenti un vivace spaccato su Mastro Tonino, su Pretoro e sulle iniziative culturali in corso, volte, soprattutto, alla valorizzazione delle figure artigiane ormai quasi del tutto estinte, come quelle dei costruttori di fusi.
“Stiamo lavorando molto per far conoscere al mondo il borgo di Pretoro – spiega Fabrizio Fanciulli – e Mastro Tonino è la prova evidente che le persone amano riscoprire le tradizioni, purtroppo è difficile tramandarle talvolta. Il nostro caro artigiano è diventato in poco tempo attrazione turistica ed è incredibile come un uomo semplice e dall’animo buono sia diventato un vero simbolo per lo stesso Parco Nazionale della Majella”.