«La sanità pubblica dovrebbe vedere al centro e tutelare i più deboli e fragili. E’ nella natura del suo stesso nome, è scritto a caratteri indelebili nella Costituzione italiana e in una miriade di leggi. Ma la dura realtà racconta continuamente altro. –scrivono in una nota congiunta Associazione Antimafie Rita Atria e PeaceLink dell’Abruzzo.– Dieci anni dopo Sanitopoli, pesanti come macigni per disabili gravi e malati, e tre anni dopo la fine del commissariamento successivo tanto decantato e festeggiato nei Palazzi della “politica” (le virgolette non sono casuali), ci sono migliaia e migliaia di cittadini lontanissimi da ogni ospedale, disabili e malati costretti a sacrifici immani per cure sempre più a rischio, malati oncologici gravissimi che per oltre due lustri hanno visto negato il loro diritto a fornirsi di medicinali vitali nella farmacia più vicina e quindi costretti a recarsi in ospedale, dove quasi sempre si son sentiti rispondere che il farmaco non è disponibile e dovevano quindi recarsi in una qualsiasi farmacia sotto casa e non sparirà il superticket. Ma milioni di euro sono e saranno spesi per i progetti di project financing di ospedali che non è certo neanche verranno mai costruiti, progetti discutibili che favoriranno solo il privato, e aumenta considerevolmente lo stipendio dei propri super manager e continua, ultima occasione la scorsa estate, a finanziare in maniera sempre più robusta le cliniche private. Quei finanziamenti che, non dimentichiamocelo mai, oltre ad essere soldi pubblici che finiscono nelle casse di ricchi privati furono alla base dell’inchiesta “Sanitopoli”».
«In tutto questo scenario, e davanti alla gravissima situazione che stanno la famiglia di Marie Helene e Thomas e tante altre, –proseguono le associazioni– quanto sta accadendo a Vasto in questi ultimi giorni non possiamo che definirlo sconcertante. Il blitz dei Nas che ha chiuso la cucina dell’ospedale documenta una situazione ingestibile e insostenibile, denunciata da lavoratori e cittadini negli anni, dove la mannaia economica che si è abbattuta sulla sanità pubblica ha portato a discutibili (e tutt’altro che funzionali) esternalizzazioni e privatizzazioni di fatto della sanità pubblica. E la reazione del supermanager neo nominato aumenta solo lo sconcerto. Secondo lui sarebbero necessari per ristrutturare e rimettere a norma una cucina 500.000 euro che l’Azienda Sanitaria non avrebbe. In pratica il pubblico, che dovrebbe controllare e vigilare sul rispetto delle leggi da parte degli altri, afferma candidamente che non avrebbe i soldi per farlo … Affermazioni di un dirigente che si è visto aumentare lo stipendio prima ancora di essere nominato … Ci indigna la sua reazione con la quale addirittura della chiusura della cucina per le carenze riscontrate dai Nas ha accusato chi ha denunciato. Atteggiamenti che riportano ad altre epoche e, forse altre latitudini. Quelle di una “politica” e di potenti che si autonominato al di sopra di Fontamara, novelli principi di Torlonia. E quindi fastidio e colpevolizzazione di chi s’impegna e chiede verità, giustizia, rispetto dei diritti fondamentali, legalità per quella che dovrebbe essere pubblico, di tutti. E non di clientelismi, scuderie di partito, capibastone e capicorrente dei territori».
Azione Civile: sostegno alla lotta di Marie Helene Benedetti e a tutti coloro che vedono violati diritti sacrosanti
Azione Civile, movimento fondato dall’ex pm e oggi avvocato Antonio Ingroia, esprime sconcerto per gli ultimi capitoli delle annose e travagliate vicende dell’ospedale di Vasto. Un ospedale dove, dopo anni di promesse e annunci, l’emodinamica appare sempre più una chimera e quasi periodicamente vengono lanciati allarmi per mancanze e depotenziamenti.
E la stessa ASL che dovrebbe garantire i diritti dei più deboli e fragili. Lo sancisce la Costituzione, una miriade di leggi e il significato di quella che viene ancora definita “sanità pubblica”. Ma, come già sottolineato nelle scorse settimane, troppo spesso non è così dieci anni dopo “Sanitopoli” – ed è francamente inaccettabile che gli ospedali soffrono ancora vere e proprie mannaie economiche mentre aumentano sempre più i finanziamenti alle cliniche private – e dall’allora sbandierata fine del commissariamento. Marie Helene Benedetti, nonostante una sentenza di tribunale e le recenti “rassicurazioni” dell’assessore Verì, si ritrova a dover proseguire la propria protesta sempre più drammatica ed esasperata. Per vedere riconosciute le giuste e sacrosante cure al figlio Thomas Marie Helene ha annunciato in questi giorni che si appresta ad iniziare uno sciopero della fame e della sete. Il suo indignato grido, così come quello di altre famiglie che segnalano analoghe situazioni, lo facciamo nostro. Torniamo ad esprimerle solidarietà e sostegno, ritenendo vergognoso e inaccettabile quanto sta subendo.