Pescara – Si è svolto questa mattina nell’aula magna del liceo classico G. D’Annunzio, il convegno, promosso e organizzato dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Pescara dal titolo “Comunicare la violenza: Come la parola influenza la percezione e la valutazione della violenza di genere”. Un momento di riflessione volto a sensibilizzare i ragazzi sull’importanza e sull’uso consapevole delle parole e delle immagini nel descrivere la violenza di genere.
“L’obiettivo – spiega la Presidente della CPO, Romina Di Costanzo – è promuovere un percorso trasversale, che parte dall’analisi di immagini o parole apparentemente ‘innocue’, ma che calate in un contesto, come ad esempio quello musicale, pubblicitario o giornalistico, agiscono sulla mentalità comune, promuovendo il proliferarsi di un giustificazionismo o di una normalizzazione di una disparità, che passa dallo stereotipo di genere alla violenza fino al femminicidio. Un’occasione per esaminare i risvolti del legame tra media e cultura, tra media e tutori dell’ordine. Vasi comunicanti che indicano il livello di tolleranza di una certa sottocultura e che influenzandosi reciprocamente nella rappresentazione e poi nell’analisi della violenza arrivano a compromettere anche la percezione della violenza, la sua narrazione e in alcuni casi la sua valutazione”.
“Già la Convenzione di Istanbul – aggiunge Di Costanzo – insiste sulla prevenzione e sull’educazione e chiarisce quanto l’elemento culturale sia fondamentale. Pertanto abbiamo deciso di affrontare la discussione in uno dei luoghi, la scuola, dove è possibile offrire modelli diversi che contribuiscano ad una nuova consapevolezza dei ragazzi, protagonisti della società del futuro, per avviare una necessaria rivoluzione culturale, per contrastare un sostrato strutturale di rape culture, di una cultura che tollera, legittima, e in alcuni casi persino alimenta la violenza di genere”.
Presenti al convegno, il Presidente della Provincia Antonio Zaffiri, la vice Preside dell’istituto, la prof.ssa Maria Olivo De Nicola e la docente Annalisa Marconatonio, Sara Di Rado e Michela Leone, rispettivamente Presidente e psicoterapeuta dell’Associazione di promozione sociale Donn.è, l’avv. Danielle Mastrangelo, Consigliera di Parità della Provincia di Pescara, la giornalista Angela Curatolo, Direttrice testata on line Il Giornale di Montesilvano, Mimmo Lusito, grafico multimediale ed esperto di comunicazione, Barbara Ferri, docente di educazione musicale, Marco Della Sciucca, compositore, musicologo e docente di composizione a Conservatorio “Cascella” de l’Aquila e l’artista, regista e musicista Antonio Lucifero.
Declinando il tema nel contesto dei centri antiviolenza, delle aule di tribunale, dell’arte, della pubblicità, della musica – dai madrigali alle canzoni moderne – del giornalismo, ciascuno dei relatori ha contribuito per le proprie specificità e competenze a spiegare ai ragazzi come la violenza di genere è raccontata spesso dal punto di vista di chi la esercita e sublimata come parte del “mito fusionale”, dell’ideologia dell’amore romantico o passionale.
Anche nelle campagne di comunicazione sociale permangono diversi stereotipi, tra cui la vittimizzazione della donna, rappresentata come passiva, inerme, e l’irrapresentabilità del violento, assenza, ombra, se non mostro, strategie che servono ad allontanare la violenza come “altro da noi”.
Smascherare le dinamiche del maltrattamento significa uscire dalla narrazione romanzata o dalla colpevolizzazione delle donne e rifiutare qualsiasi giustificazione delle azioni criminali e violente. Era questo l’intento del convegno della CPO per celebrare il 20esimo anno della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.