Nelle case popolari non ci sono terroristi o manifestanti che bruciano le bandiere ma spacciatori, ladri e criminali violenti.
Venga con me Marsilio nelle periferie e si renderà conto che non servono nuove leggi ma solo l’applicazione di quelle esistenti”.
La legge quindi è completa e se il presidente Marsilio vuole aggiungere a reati già inseriti quello di terrorismo e vilipendio alla bandiera lo faccia, ma per farlo non serve un’altra legge.
Quello di cui si sente l’urgenza, piuttosto, è un protocollo che metta in comunicazione le forze di polizia e magistratura con Ater e sindaci, affinché questi ultimi vengano a conoscenza dei nominativi dei condannati che vivono in una casa popolare, e successivamente attivare l’ingiunzione di sfratto applicando la 96/96. Inutile quindi la legge sulle case popolari se non viene applicato un provvedimento che obblighi la magistratura a comunicare le condanne degli assegnatari ai sindaci.
Dopo 6 mesi di governo è inammissibile che un simile protocollo non sia stato attivato – incalza Pettinari – Come è inammissibile che non ci sia un completo censimento dei condannati tra gli assegnatari e che non venga dato il sostegno economico necessario alle Ater per attuare controlli serrati. La mancanza di fondi non permette neanche il censimento reale degli occupanti abusivi, che per il 70% sono quelli che commettono atti criminosi.
Marsilio aveva promesso che queste persone sarebbero state cacciate, ma per ora non si è visto nulla se non qualche sfratto ai danni di poveri pensionati ultra 70enni che per povertà non hanno potuto mettersi in regola con gli affitti.
E’ questo il concetto di sicurezza di Marsilio? Fare il potente con i deboli e il debole con i potenti? Io nel dubbio lo invito a venire con me nelle case popolari a vedere cosa realmente accade in quartieri come Rancitelli, Fontanelle, Via Rigopiano, Borgo marino sud e San Donato. Si accorgerà che di bandiere lì non c’è nemmeno l’ombra e che i problemi reali sono altri!”.