Mazzocca, sulla situazione di stallo del termalismo locale, aggiunge: «Nonostante i proclami, l’Assessore regionale alla Salute non ancora provvede ad inviare l’istruttoria di competenza al Tavolo di Crisi del MISE, al fine di ottenere l’applicazione straordinaria del documento tecnico dell’Azienda Sanitaria Regionale “Qualificazione sanitaria nel settore termale – modello assistenziale. Linee di indirizzo”, approvato dalla vecchia Regione il 1° febbraio scorso che, se attuato, consentirebbe – da subito – alle Terme di Caramanico ad erogare prestazioni riabilitative, a costo zero per il Servizio Sanitario. E se non ha ancora avuto di farla, si facesse almeno portavoce della proposta di Federterme dell’8 maggio 2019 “Sperimentazione di un nuovo modello di assistenza in materia di riabilitazione in ambito termale presso le Terme di Caramanico e Popoli. Linee Guida progettuali”. Ad oggi, anche di questo documento al Ministero non vi è alcuna traccia».
«Eppure – continua Mazzocca – sono disponibili i fondi necessari (900mila euro) stanziati con la Legge di Stabilità Regionale 2019 (con il voto contrario del centro-destra), trovati dal Governo regionale del Presidente Vicario Lolli, per il rifinanziamento (dopo 11 anni di attesa!) della Legge Regionale sul Termalismo. Ma anche qui, siamo ancora in attesa di una seppur timida bozza di bando che l’Assessore Campitelli aveva detto di essere in procinto di redigere ormai 5 mesi fà per consentire l’impiego di quei soldi.
«E ancora – chiosa Mazzocca – si è in attesa della attuazione della Delibera di Giunta Regionale n. 626 del 27 ottobre 2017, con cui si è attribuito l’ulteriore finanziamento di 1 milione di euro per le piscine termali. Nonostante i tentennamenti della nuova amministrazione comunale, l’appalto del 1° lotto è in corso; avere contezza sul finanziamento già deliberato equivarrebbe a consolidare il cronoprogramma lavori e procedere rapidamente al 2° appalto, dando certezza attuativa ad un’opera, oggi più che mai, strategica per innovatività, capacità di intercettare la nuova domanda, possibilità di compartecipazione degli operatori locali e aggiunta di reali elementi di supporto economico-finanziario alla pianificazione di settore. Niente di tutto questo, solo dichiarazioni generiche e “distanti” dalla sostanza dei problemi, nessun atto amministrativo e nessun rapporto contrattuale sottoscritto, neanche quello tipico che da triennale in estate è diventato annuale».