All’incontro hanno preso parte il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, i sindaci di Pescara, Carlo Masci, di Montesilvano, Ottavio De Martinis, e di Spoltore, Luciano Di Lorito. Presenti anche il presidente del Consiglio comunale di Pescara, Marcello Antonelli, di Montesilvano, Ernesto De Vincentis, e di Spoltore Lucio Matricciani; con loro il presidente della Commissione Statuto del Comune di Pescara, Claudio Croce. L’incontro si è incentrato sul processo di costituzione della “Nuova Pescara”. I rappresentanti dei Comuni hanno reiterato la richiesta di ottenere il finanziamento di 300mila euro che la Regione, già nei prossimi giorni, metterà a disposizione secondo la legge regionale. Il finanziamento servirà a verificare la fattibilità del processo di fusione effettivo.
Costantini (Faremo Grande Pescara) interviene sul finanziamento da 300.000,00 euro “errore da rettificare nel comunicato della Giunta Regionale”
«L’Ufficio Stampa della Giunta Regionale ha inoltrato agli organi di informazione un comunicato sugli esiti della riunione odierna sulla “Nuova Pescara” che contiene un grossolano (e sono certo involontario) errore che merita una immediata rettifica.La nota si conclude con l’affermazione che “… la Regione, già nei prossimi giorni, metterà a disposizione secondo la legge regionale. Il finanziamento di 300.000,00 euro servirà a verificare la fattibilità del processo di fusione effettivo …”.L’art. 8, comma 2 Legge Regionale 26/2018 stabilisce, invece, che detto importo deve servire ad “… incentivare e supportare l’esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali e la riorganizzazione delle strutture dei tre Comuni coinvolti nel processo di fusione …”.»
Così con una nota interviene Carlo Costantini che aggiunge che una verifica sulla fattibilità del processo di fusione non è contemplata dalla legge «e di certo non potrebbe essere arbitrariamente finanziata con le risorse messe a disposizione della Regione».
Costantini chiede alla Regione una rettifica del suo comunicato, «per evitare interpretazioni fuorvianti da parte dei Comuni destinatari del finanziamento che – è bene precisarlo – non potranno utilizzarlo per finanziare studi di fattibilità della fusione, ma dovranno utilizzarlo per riorganizzare le proprie strutture o per implementare il processo di fusione, iniziando ad esercitare in forma associata le proprie funzioni in materia di pianificazione territoriale e urbanistica, grandi infrastrutture, ciclo dei rifiuti, ciclo idrico, trasporto pubblico locale, approvvigionamento energetico, promozione turistica, gestione delle reti, logistica del commercio, tutela ambientale, servizi e politiche sociali, servizi scolastici (art. 4, L.R. 26/2018)».