Un fatto che strideva non solo con la realtà ma anche con l’operazione portata avanti in contemporanea dal Comune di Vasto, che commenta l’associazione “era riuscito incredibilmente ad ottenere dalla Regione Abruzzo ben 80.000 euro di fondi pubblici per tombare il fosso, proprio per consentire il Jova Beach Party e nonostante un piano spiaggia comunale che imponeva l’esatto opposto, la rinaturalizzazione del fosso”.
Purtroppo in questa triste vicenda abbiamo dovuto ascoltare in programmi nazionali anche il dileggio da parte di uomini di spettacolo di fama nei confronti delle azioni di protezione della biodiversità portate avanti molto spesso da volontari al posto degli organi dello Stato ad essi teoricamente deputati, come se non fosse giusto tutelare il patrimonio naturalistico e paesaggistico nazionale formalmente protetto da direttive comunitarie e leggi statali”.