IL BENE DI CHIETI
«Non ho preso tutto il tempo consentito per farmi pregare, per fare accordi o per crogiolarmi con le migliaia di messaggi con i quali mi si chiede il ritiro delle dimissioni – ha scritto il Sindaco Di Primio ai Consiglieri Comunali -. Ho assunto la decisione, sapendo che la profonda ed interiore lacerazione personale ed umana, che ho dovuto patire, non può essere cancellata, ma solo mitigata dagli attestati di stima, dal sapere di essere dalla parte del giusto, dall’essere consapevole che, ancora una volta, la mia scelta non può tenere conto solo dei miei desiderata. So bene infatti – per lo spirito di servizio e per il disinteresse per il particolare che hanno sempre contraddistinto la mia attività politico-amministrativa e perché sono consapevole di essere parte di un più ampio gruppo umano e politico – che prima di me esiste il bene di Chieti. Prima ancora di guardare alle mie cose, proprio perché da anni sono stato chiamato dai cittadini a guidare un gruppo, devo curare chi mi è e mi è stato a fianco senza chiedere e ciò ha fatto soprattutto nel momento più difficile dell’esperienza amministrativa.
RISPETTO DEGLI ELETTORI, NESSUN CEDIMENTO A PERSONALISMI E POPULISMI
Non v’è dubbio che chi era con me in Consiglio Comunale lo scorso 2 luglio ha deciso, con la coscienza a posto e fiero di aver fatto il proprio dovere, di stare dalla parte della Città. Ha deciso di rispettare il mandato degli elettori, di non cedere ad alcuna forma di personalismo e populismo dell’ultimo momento. Con l’aiuto non richiesto, ma non per questo meno meritevole di apprezzamento, di un consigliere oggi in forza alla minoranza, che però evidentemente non si sente opposizione, 10 consiglieri eletti nelle file del centrodestra il 14 giugno 2015, hanno approvato, in ossequio a quel consenso ricevuto, il bilancio di previsione 2019. L’hanno fatto, l’abbiamo fatto, per tutta la città, quindi anche per chi ci sarebbe dovuto essere ma non c’era e per quanti, legittimamente perché minoranza, hanno votato contro. Il bilancio di previsione licenziato dal Consiglio, è la sintesi del tanto buon lavoro fatto in questi anni per risanare la difficile situazione economico-finanziaria, è testimonianza e prova, ma soprattutto è lo strumento attraverso il quale sarà possibile dare vita e forma agli investimenti – sono 40 i milioni di euro per opere già finanziate – di cui godrà ed in parte già sta godendo la nostra comunità.
RINGRAZIAMENTO A CHI HA CONSENTITO DI APPROVARE IL BILANCIO DI PREVISIONE, SCONGIURATO L’ARRIVO DI UN COMMISSARIO PREFETTIZIO
Ebbene, tutto questo non sarebbe stato possibile fare se non ci fosse stato un consigliere di minoranza a reggere il numero legale. Anzi, se quel consigliere non avesse mantenuto il numero legale, oggi non ci sarebbe stato bisogno di questa mia lettera, perché la città avrebbe al posto del Sindaco e del Consiglio eletto dai cittadini, un commissario prefettizio. E’ principalmente per evitare che Chieti debba rivivere la triste esperienza del commissariamento, raggiunto l’obiettivo di approvare il bilancio di previsione, non a cuor leggero, che ho deciso di ritirare le dimissioni da Sindaco.
NESSUN ACCORDO POLITICO
Continuo, senza aver raggiunto alcun accordo con chicchessia, avendo a disposizione un bilancio che ha ottenuto il parere favorevole dei Revisori e che, nonostante il disavanzo di circa 900.000 € procurato da chi non ci ha consentito la vendita della farmacia, contiene investimenti, garantisce la prosecuzione dei servizi, conferma i finanziamenti al sociale, ripristina attività quali scuolabus, asili nido, etc..
VICINANZA DEI CITTADINI, DEI RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI E DEI PARTITI
Ho deciso di ritirare le dimissioni, anche per dare seguito alle tante richieste che in questo senso mi sono pervenute dalla Città e non solo. E’ stato gratificante ed emozionante ricevere telefonate e messaggi da alti rappresentanti delle istituzioni e dai maggiorenti dei partiti del centrodestra, che ringrazio. Soprattutto, però, devo un ringraziamento alle persone, ai cittadini di Chieti che oggi, come quattro anni fa, a differenza di chi anche allora la pensava diversamente, mi hanno voluto affidare, ancora una volta, la propria fiducia e stima. Beni preziosi, questi ultimi, che io conservo gelosamente e che so dover onorare, per rispetto e gratitudine nei confronti di chi me li ha affidati, impegnandomi ancora di più per la Città e per il bene della nostra comunità. Lo farò tenendo ancora più lontano dal Comune ogni forma di interesse particolare, non facendo avvicinare chi pensa di usare il Comune e la politica pro domo sua.
SI RIPARTE DAL BILANCIO APPROVATO, NO A RICATTI
Approvare con così tanto ritardo il bilancio di previsione, adottato dalla Giunta dal 18 aprile scorso, ha procurato danni e ne procurerà. Qualcuno voleva lo approvassimo il 30 giugno, forse poi avrebbe voluto, non certo per il bene di Chieti, che addirittura non lo approvassimo. Il due luglio il bilancio ha ricevuto il via libera dal Consiglio Comunale. E’ da qui, senza farmi illusioni – i numeri sono quelli che tutti conosciamo – che riparte questo ultimo pezzo di strada da fare, per tentare di completare il percorso iniziato nel 2010 e lasciare cose buone alla Città.
Lo scenario per quanto riguarda le “regole d’ingaggio” non cambia. Quello che valeva prima del 2 luglio vale anche oggi. Sono pronto a dialogare su qualunque tema amministrativo con chiunque, se questo può portare ad accrescere il bene comune. Continuo a ritenere impraticabile la strada del do ut des. Tutti insieme dobbiamo, alla luce del sole e con lealtà, contribuire a formare atti politici ed amministrativi che riguardino la generalità delle persone, che aumentino la qualità della vita dei cittadini. Dobbiamo fare tutto quello che abbiamo programmato o programmeremo, sapendo però che si può realizzare solo ciò che è sostenibile economicamente. Insomma, sia chiaro una volta per sempre per i portatori di istanze varie, che non ci sono vincoli e veti dettati dal sottoscritto, ma v’è un confine invalicabile che si regge su due colonne, la legittimità degli atti, che sempre dobbiamo assicurare e la sostenibilità economica delle richieste, che oltre ad essere finanziabili, debbono tenere conto delle priorità. Ci sono davanti a noi provvedimenti da portare a compimento: dal consuntivo, al piano commercio, dalle valutazioni sulla eventuale fusione delle due società partecipate, alle assunzioni in Comune. Tutto è emendabile dal Consiglio, tutto può essere migliorato, e spesso lo abbiamo fatto anche con il contributo di chi oggi è minoranza. Vanno però rispettate le regole e le procedure. Lealmente, pur partendo da posizioni diverse, si può ottenere il miglior risultato per la città. Ultimamente questo non ho potuto apprezzarlo, ma non è detto che non si possa recuperare un rapporto che si fondi sulla responsabilità di ognuno.
ATTIVITÀ DA PORTARE AVANTI
Da domani, la sfida è rincorrere il tempo perso in questi tre mesi. Gli obiettivi immediati sono non veder sfumare i finanziamenti già erogati sul dissesto idrogeologico, far correre gli uffici (oggi rallentati anche dalla mancanza del bilancio) per andare avanti sugli investimenti, dare un nuovo amministratore alla Teateservizi e vigilare sulla partecipata, visti i troppi allert lanciati dagli organi di controllo, approvare immediatamente il fabbisogno del personale così da procedere le assunzioni, sostenere l’avvio delle nuove attività della Chieti Solidale. L’idea di amministrare senza vincoli di parte, ma per il bene di Chieti, l’avere quale riferimento la propria cultura civica e le proprie radici ideali, senza chiudersi dinanzi alla buona idea per la città da qualunque parte provenga, è quello che abbiamo fatto fino a ieri e che intendo fare guardando ai mesi che abbiamo avanti.
IL “2 LUGLIO” E L’APPELLO AL SENSO DI RESPONSABILITÀ
Sono certo che tutti hanno compreso che ci sono persone autonome anche in Comune, che per le proprie idee e per rispetto di chi quelle idee ha sostenuto, sono pronte a fare il proprio dovere. Si è dato prova che nessuno ha paura di interrompere prima la esperienza amministrativa sapendo di aver fatto fino in fondo quanto necessario. Martedì 2 luglio l’abbiamo dimostrato. Così come è emerso lapalissiano il diverso livello di ognuno rispetto al “senso di responsabilità”. Continuo a pensare che in medio stat virtus. Sicché, se prevarrà il buon senso e si ricercherà senza forzature inutili il bene della collettività, ritengo che ognuno troverà soddisfazione nel breve, ma intenso come periodo che ci separa dalla fine di questa consiliatura, altrimenti, ad impossibilia nemo tenetur».