Nella tarda mattinata di oggi visita con conferenza stampa organizzata dal Movimento demA Nuova Pescara insieme ad Anno Zero del del Sindaco di Napoli e Presidente del Movimento demA Luigi De Magistris. L’incontro con la stampa presso la discarica dismessa nel quartiere Villa Carmine a Montesilvano.
La collina creata dall’accumulo di rifiuti della ex discarica incredibilmente insiste a pochi metri dall’argine del fiume Saline il luogo era già stato dichiarato Sito di interesse Nazionale e da qualche anno da quando è diventato SIR è passato tra le competenze della Regione Abruzzo.
La collina artificiale è diventata nel tempo una potenziale bomba ecologica, nel dicembre 2013 le acque esondate del fiume per l’alluvione andarono a lambire le recinzioni del cumulo, più volte è stato lanciato l’allarme per il percolato che andava a riversarsi nel corso d’acqua adiacente, ma nonostante gli attenzionamenti continui e ripetuti ciclicamente pochi sono stati gli interventi per scongiurare eventuali pericoli.
Abbiamo incontrato il Sindaco di Napoli De Magistris che ha comparato la situazione locale, illustrando i rischi e le soluzioni adottate in situazioni simili nell’esperienza partenopea.
Di Costanzo (PD) ” non sono più ammissibili interventi tampone”
“Una città che ambisce seriamente ad avere vocazione turistica con riconoscimenti e bandiere di qualità, non può permettersi di procrastinare all’infinito l’implementazione di soluzioni efficaci e definitive per la nostra discarica dismessa” così ha commentato a margine dell’incontro con il sindaco di Napoli la neo consigliera comunale del Partito Democratico, Romina Di Costanzo .
“Discarica, identificata all’anagrafe regionale dei siti a rischio potenziale di cui al DGR 764/2016, che versa in uno stato di grave degrado, in un areale molto sensibile dal punto di vista ambientale e già fortemente compromesso. Non possiamo più permetterci di continuare a sottovalutare i molteplici impatti che il detrattore ambientale comporta, rischi amplificati proprio dalla particolare vulnerabilità del sito, a ridosso dell’alveo fluviale ricompreso nel Sito di Interesse Regionale” rimarca Di Costanzo .
“Danni silenti, a causa del percolato, che giorno per giorno compromettono l’habitat, le acque fluviali e conseguentemente quelle marine, oltre al pericolo, piuttosto concreto in considerazione dello storico delle esondazioni fluviali, di un disastro ecologico che trascinerebbe il cumulo dei circa trecento mila metri cubi di rifiuti di ogni genere in alveo. Il Masterplan Abruzzo –spiega la consigliera di minoranza– ha previsto per i SIR “Fiumi Saline e Alento” e “Chieti Scalo”, una dotazione finanziaria complessiva di dieci milioni di euro per interventi di bonifica di siti nei due SIR. Nel 2017 la Regione, nelle more dell’accordo di Programma per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel SIR, ha chiesto all’ARAP, in qualità di soggetto attuatore degli interventi di bonifica, di completare gli interventi che riguardano la falda quale sorgente secondaria di contaminazione al fine di prevenire la contaminazione del plume di inquinante a causa della migrazione del percolato”.
“La proposta di progetto per la messa in sicurezza per le acque sotterranee, di un importo complessivo di circa 206 mila euro, prevede un sistema di sbarramento idraulico con una pompa sommersa e sistema di fitodepurazione, con trattamento di fitobotanica e fitorecupero con ricircolo del percolato all’interno del corpo della discarica e, con il suo parziale trattamento, favorire la mineralizzazione dei rifiuti accelerando i processi di degradazione in atto”.
Per Di Costanzo non sono più ammissibili interventi tampone di messa in sicurezza di tipo passivo “che sono stati effettuati in passato e hanno riguardato principalmente solo la copertura provvisoria di protezione che potrebbe essere esposta a nuove lacerazioni e dunque, con le acque meteoriche, esporre a ulteriori rischi di infiltrazione di percolato nel sottosuolo. Occorre un intervento di bonifica attivo, che miri alla rimozione della sorgente inquinante consentendo una soluzione radicale del rischio di inquinamento nella matrice sotterranea, affinché non si continui più a parlare e venerare al contrario la nostra piramide di Cheope in miniatura!”