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Il 3-4-5 maggio la 19a edizione del Sentiero della Libertà

Riparte il Sentiero della Libertà nei giorni 3-4-5 maggio 2019. C’è del miracoloso in quest’iniziativa di carattere storico che dura da diciannove anni. Una manifestazione che racconta la storia e passa alla storia. Un ventennio, visto alla luce del tempo di preparazione. Una storia che resta scolpita sul sacrificio della vita di uomini e donne che caddero vittime d’una tragedia disumana: la guerra. Una storia, al di là di tempo e spazio, che si erge a simbolo della degradazione dell’uomo contro l’uomo. Lezione di vita narrata nelle numerose autobiografie dei protagonisti e riportata nel libro-sintesi “Terra di Libertà“, a cura di Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta.

Un museo bibliografico, iniziato col libro scritto coralmente dal titolo “E si divisero il pane che non c’era” (1995), e proseguito con l’apporto dell’associazione “Il Sentiero della Liberta’ / Freedom Trail“, nata nel 2003, con lo scopo di organizzare annualmente la manifestazione intra ed extra scuola, tramandando ai giovani, come in una perenne staffetta, una memoria straordinariamente formativa per l’oggi e per un avvenire da costruire sui grandi e imperituri valori universali. Per questo, migliaia di giovani e anziani hanno percorso il Sentiero della liberta’ e continuano a percorrerlo, da Sulmona a Casoli, per immedesimarsi e calcare quegli stessi luoghi attraversati da italiani e stranieri, che sceglievano e spesso morivano lottando per la libertà. Una lista infinita di uomini e donne spinti dalla volonta’ di resistere all’oppressione e affermare la dignità della persona umana: da Uys Krige a Jack Fox, da William Simpson a Sam Derry, da Alba de Cespedes a Carlo Azeglio Ciampi.

Anche quest’anno, circa 600 persone hanno deciso di partecipare: giovani e anziani provenienti da citta’ del Nord Italia come Cuneo, Brescia o dell’Italia centrale come Ancona, Roma, Lanciano, Casoli, Sulmona. Un numero rilevante se si pensa che per tre giorni devono affrontare il Guado di Coccia sulla Majella e scendere fino a Casoli. Sessanta chilometri a piedi. Un sacchetto con pane e acqua. Una sosta sul posto dove morì con un un colpo alla testa il giovane friulano Ettore De Corti, mentre si recava dagli alleati per liberare l’Italia dal nazi-fascismo o sul posto dove fu colpito a morte il giovane ventiquattrenne abruzzese della Brigata Majella, Donato Ricchiuti.

Ecco il miracolo del Sentiero. Un miracolo nato a Sulmona, con la RESISTENZA UMANITARIA, realizzata dalla gente semplice e povera per accogliere, ospitare e sfamare i numerosi prigionieri del campo di concentramento di Fonte d’Amore, che anelavano alla Libertà. Oggi, un cammino, diventato metafora dell’essere-esistere di ogni persona, andando oltre le montagne per scoprire il mondo. Per conoscere l’uomo e la sua storia, la sua vita nel passato e la Speranza in un futuro migliore, pacifico, solidale. L’uomo nuovo. L’umanità proiettata verso l’Homo Deus. “Quel settimo giorno quando gli uomini saranno finalmente se stessi”, per dirla con Sant’Agostino.

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