Anche il Segretario del circolo PD di Manoppello Alessio Blasioli con una nota stampa ricostruendo l’accaduto ha commentato «Ciò che è avvenuto nell’ultimo Consiglio Comunale è una pagina vergognosa della vita politica del nostro paese. La nostra consigliera, Katia Colalongo, ha subito un vero e proprio atto discriminatorio da parte della maggioranza. I fatti sono i seguenti: avendo Katia un figlio neonato, a un certo punto della discussione di uno dei punti ha dovuto abbandonare momentaneamente l’aula per allattarlo. Si stava discutendo di alcune alienazioni, questioni della quale la consigliera si era particolarmente interessata e su cui era intervenuta. Dato che la poppata si è prolungata per alcuni minuti, non è stato possibile per Katia rientrare al momento della votazione. Le altre consigliere di opposizione (Barbara Toppi e Antonella Faraone, essendo assente il nostro consigliere Esposito), a questo punto, hanno proposto un rinvio della votazione in modo da permettere il rientro della consigliera. Gli unici membri della maggioranza che si sono dichiarati favorevoli sono stati Melania Palmisano e Roberto D’Emilio (era assente la consigliera D’Ostilio), mentre tutti gli altri, compresi il Sindaco Giorgio De Luca e Giulia De Lellis, assessore alle pari opportunità, hanno votato in maniera contraria al rinvio. A questo si sono aggiunti commenti a dir poco vergognosi da parte del Sindaco sul fatto che fosse inappropriato assentarsi per un motivo del genere».
Blasioli poi ricorda come al rientro della mamma consigliera, nessuna parola di scuse, ma solo silenzio (salvo –commenta– poi votare poco dopo a favore della pausa pranzo).
«Altre parole di biasimo sul comportamento di Katia sono arrivate da parte del Presidente Davide Iezzi, il quale ha affermato che la nostra consigliera avrebbe dovuto richiedere il rinvio precedentemente. Tutto ciò è di una gravità inaudita: a una rappresentante eletta dai cittadini è stato impedito di partecipare a una votazione perché a quanto pare avere figli e provvedere ai loro bisogni per alcuni è una colpa. Ancora più grave è che questo atto sia stato accettato anche dall’assessore alle pari opportunità. Tutto questo a Manoppello, nel 2019. A Katia tutta la nostra solidarietà e per la giunta una sola parola: vergogna»
«Vogliamo infine –clude nel messaggio Blasioli– ringraziare le consigliere del gruppo L’Alternativa per la vicinanza e l’appoggio che ci stanno dando».
Le consigliere del gruppo L’Alternativa “impossibile essere mamma e Consigliera a Manoppello
«Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad una delle pagine più imbarazzanti della storia del Consiglio Comunale di Manoppello: niente pausa per la poppata del bimbo di una consigliera, ma pit-stop concesso per riempire le pance dei consiglieri. Era in discussione il piano delle alienazioni, quando la capogruppo del gruppo consiliare “Futuro in Comune” Katia Colalongo si è allontanata dall’aula con in braccio il piccolo Francesco, di appena 4 mesi, che reclamava il suo pasto. Sperava di rientrare in tempo per la votazione, visto che aveva rilevato delle incongruenze al piano, ma al momento del voto il pargolo non aveva ancora finito la poppata» Così le consigliere comunali del gruppo consiliare “Manoppello L’Alternativa” in una nota raccontano quanto accaduto in municipio.
Le consigliere ricordano di aver proposto, di sospendere la seduta per dare la possibilità alla consigliera di finire di allattare e riprendere il suo posto.
«Ma la nostra proposta ha avuto solo l’appoggio dell’assessora Melania Palmisano che, nell’esclamare: “Sono anch’io una mamma!” ha lanciato uno sguardo carico di rimprovero al Sindaco De Luca, al Vicesindaco Di Bartolomeo, e al Presidente Iezzi.
Al momento del conteggio dei voti contrari, un altro dissidente si è aggiunto a noi: il consigliere Roberto D’Emilio, che dopo aver alzato la mano, l’ha subito riabbassata esclamando: “Mi dispiace ma non ce la faccio!”.
Tutti gli altri, hanno rigettato la proposta e, tra questi, anche l’assessora alle Pari Opportunità e alle Politiche Sociali Giulia De Lellis (assenti alla seduta i consiglieri Esposito e D’Ostilio).
I commenti sono stati anche peggio del voto: “Poteva allattare su quella poltrona”, ha esclamato il Sindaco, indicando un divano impolverato in un angolo buio della stanza (forse il luogo adatto, nel suo immaginario, in cui relegare una mamma per un gesto così ignobile), per poi aggiungere a voce più bassa: “Se doveva allattare si poteva anche stare a casa!”.
“Ce lo doveva chiedere lei!”, è stata la giustificazione del Presidente del Consiglio.
Al rientro della consigliera Colalongo, –ricoradano le colleghe– un silenzio imbarazzato, ma nessuna scusa formale.
Lasciamo immaginare il nostro sgomento quando, di lì a poco, quelle stesse mani hanno votato, questa volta a favore, per la sospensione della seduta…per rimpinzarsi lo stomaco!»
Le consigliere de L’Alternativa poi ricordano come il caso della loro collega Colalongo e del piccolo Francesco, che è stato il primo bambino a sedere tra gli scranni del Consiglio Comunale di Manoppello, dovrebbe farci riflettere e portarci a delle scelte più coraggiose. «Nel Parlamento europeo e in altre parti del mondo –concludono– i neonati possono stare in aula e i loro genitori possono partecipare a dibattito e votazioni senza problemi. Ci batteremo affinché questo possa diventare possibile anche a Manoppello».
Il Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Pescara “Per raggiungere la piena parità in ogni incarico istituzionale bisogna cercare di andare oltre i vincoli normativi”
«Quanto accaduto tra gli scranni del Consiglio Comunale di Manoppello, alla consigliera Katia Colalongo e al suo piccolo Francesco, ci fa riflettere sulla difficoltà del percorso di riconoscimento dell’universo femminile, sui luoghi di lavoro e più in generale, come in questo caso, nell’esercizio della vita pubblica». Così in una nota il Presidente dellaCommissione Pari Opportunità della Provincia di Pescara Romina di Costanzo.
«Già con la carta costituzionale, –continua Di Costanzo– il legislatore ha previsto una serie di norme a tutela della maternità e dell’allattamento nei luoghi di lavoro. Il caso di specie, impone un’ulteriore riflessione: la distanza italiana rispetto al quadro europeo. Mentre nel Parlamento europeo e in altre parti del mondo, infatti, i neonati possono stare in aula mentre i loro genitori partecipano al dibattito e alle votazioni senza problemi; in Italia, nonostante diversi sforzi, esiste ancora imbarazzo rispetto ad un gesto estremamente naturale, legato anche ad un divario di genere per la partecipazione attiva delle donne alla vita politica. Da un’elaborazioni ANCI del marzo 2017 su dati Ministero dell’Interno, infatti, la rappresentanza femminile tra i consiglieri comunali è soltanto del 28,8%. E certamente il verificarsi di episodi di questo tipo rimarcano la ritrosia ad agevolare un percorso di rappresentanza paritaria. Per raggiungere la piena parità in ogni incarico istituzionale bisogna cercare di andare oltre i vincoli normativi, contribuendo ad una rivoluzione culturale affinché i luoghi deputati alla politica sappiano per primi ascoltare e accogliere le esigenze di pari opportunità, già a partire dal quotidiano. Esprimo, a nome personale e della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Pescara, piena solidarietà alla consigliera Colalongo, con la speranza che episodi come questo a lei capitato, rimangano casi sempre più rari e isolati».