“A soli due giorni dalle decine di manifestazioni del movimento NonUnaDiMeno che sono state organizzate in moltissime città Italiane (compresa Pescara) in occasione dell’8 marzo che hanno visto scendere in piazza migliaia di Donne e Uomini in difesa dei diritti delle Donne e contro ogni forma di discriminazione di genere, il comune di Montesilvano ci fa tornare indietro di 50 anni. –commentano le associazioni– Un viaggio violento che riporta l’opinione pubblica faccia a faccia con quanto siano interiorizzati certi insulti sessisti e misogini tanto da poter essere scritti e affissi su delle comunicazioni ufficiali di una pubblica amministrazione, vanificando il condivisibile scopo del convegno, ovvero dare una testimonianza e sensibilizzare sulle donne vittima della tratta e dello sfruttamento della prostituzione. Ma per ottenere questo scopo si sono insultate in primis tutte le sex workers che liberamente e consapevolmente decidono di intraprendere questo lavoro nella più totale autodeterminazione e poi tutte le donne. Molto più avanti di noi erano i latini che utilizzavano la parola “scortum” di genere neutro per indicare le persone che si prostituivano, a prescindere dal loro sesso”.
“La parola “puttana” sottrae libertà alle donne, -sottolineano Arcigay e Mazì– è un insulto vigliacco perché non prevede la possibilità di risposta, è l’insulto principale che le donne si sentono dire quando subiscono violenza o quando l’intento dell’offesa è quello di annichilire ed annullare la vittima.
Come Arcigay ci auguriamo che il comune di Montesilvano rettifichi lo slogan del convegno, si scusi pubblicamente con tutte le donne e magari organizzi un convegno contro le discriminazioni e disparità di genere, dove si possa spiegare alla popolazione perché dovremmo cambiare radicalmente il nostro modo di parlare per eliminare le disparità di genere. Come associazione ci rendiamo disponibili nel collaborare nell’organizzazione di tale incontro”.
Di Costanzo CPO Provincia di Pescara “messaggio fuorviante anche per i più giovani che lo leggeranno sui poster”
«Che la lingua del fraseggio quotidiano o veicolata da media e social sia precipitata in Italia in un dirupo di violenza e volgarità gratuita senza fondo né argine è fenomeno evidente. –scrive il Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Pescara Romina Di Costanzo– Ma che venga utilizzato addirittura in una campagna di comunicazione ufficiale da un’amministrazione vanifica ogni suo apprezzabile sforzo di voler sensibilizzare verso un tema importante quale la tratta della prostituzione, con il risultato di minimizzare la cultura dell’offesa e dell’umiliazione.
La lingua che parliamo e che scegliamo di parlare è il primo ingrediente dei valori e delle azioni che metteremo in atto e lo dovrebbe sapere bene un’amministrazione comunale che invece sceglie un messaggio comunicativo sessista misogeno, offensivo, irrispettoso e fuorviante anche per l’educazione dei nostri figli che presto si troveranno a poter leggere questi messaggi sui poster affissi.»
Affermo che, anche con le nuove disposizioni legislative, le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell’Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso. In più per le medesime ragioni, i primi provvedimenti suddetti non possono essere emessi per problematiche permanenti ed i secondi non possono riguardare materie di sicurezza e/o ordine pubblico.
P.S. I relativi soggetti possono essere sanzionati per evasione fiscale, anche per le tasse locali (art. 36 comma 34bis Legge 248/2006, come chiarificato dalla Cassazione con la Sentenza n. 10578/2011).