La direzione generale per la Protezione della Natura del dicastero ha infatti scritto alla regione Abruzzo, il cui comitato Valutazione di Impatto Ambientale si riunisce proprio oggi per decidere sul progetto da 13 milioni di euro di fondi pubblici, evidenziando che già nel 2011 era intervenuta presso la regione (sul cosiddetto “protocollo Letta”) per chiarire che gli interventi infrastrutturali non possono incidere su specie ed habitat protetti a livello comunitario.
Inoltre ha sottolineato che la Commissione europea è particolarmente sensibile a possibili violazioni da parte delle regioni italiane dell’Art.6 della Direttiva “Habitat”, quello che introduce la Valutazione di Incidenza, come dimostrato dall’apertura di una procedura di pre-contenzioso PILOT. Infine, ha richiamato le perplessità delle associazioni sulla completezza degli studi allegati al progetto circa l’incidenza su specie ed habitat e la necessità di rispettare le Misure di Conservazione dei siti SIC e ZPS decise nel 2016 e nel 2017 dalla Regione stessa.
Le associazioni insistono nel rigetto di un intervento in cui è prevista, in piena epoca di cambiamenti climatici, quella che definiscono la totale distruzione con le ruspe di almeno 17 ettari di rarissima vegetazione d’alta quota con un impatto inequivocabile ed inaccettabile anche sugli animali che vivono in quelle aree.
Per le associazioni è incredibile che 13 milioni di euro di fondi pubblici del Masterplan siano spesi per devastare un ambiente attualmente integro, rischiando pure una procedura d’infrazione comunitaria, invece di essere impiegati per bonificare alcuni dei centinaia di siti inquinati della regione oppure per migliorare la depurazione e la distribuzione dell’acqua nella Marsica.