Pescara – Partiranno a breve le indagini preliminari alla redazione del progetto di riqualificazione della Stele dannunziana. Stamane la presentazione con il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Antonio Blasioli, l’assessore Paola Marchegiani e l’ingegner Paolo Iannetti, il professionista incaricato dal Comune per le attività di progettazione del recupero e del consolidamento statico.
“Aspettavamo da tanto tempo una notizia come questa – così il vicesindaco Antonio Blasioli– pur non potendo contrarre mutui per le opere pubbliche, in quanto ente in predissesto, abbiamo fatto tanti lavori e cantierati diversi interventi che la città attendeva da anni, l’ultimo presentato è quello del Conservatorio per cui confidiamo di ottenere il finanziamento ministeriale che ci consentirà di recuperare l’ex scuola Muzii. La Stele è un altro lavoro identitario, perché riporta a nuova vita un simbolo della città. Quando eravamo opposizione abbiamo ripetutamente chiesto che fosse rimessa a posto, restando inascoltati, oggi, invece, presentiamo noi l’incarico per la riqualificazione e già abbiamo stanziato nel triennale la somma di 270.000 euro. Dopo le indagini fisiche, geofisiche e chimiche sulla stele, necessarie per stabilire la sua solidità e le caratteristiche del calcestruzzo, avremo un progetto per la messa in sicurezza e per garantirne la durata, nonché il restauro di tutte le immagini impresse sulla stele, che ripercorrono vita e opere dannunziane. Abbiamo dato l’incarico all’ingegner Iannetti, professionista fra i più stimati non solo in Abruzzo, abbiamo stanziato i fondi sul Triennale delle Opere Pubbliche ed entro il 2019 faremo partire quest’opera. Si dovrà agire su una vera e propria torre che domina la città di Pescara con i suoi 67 metri. La stele nasce nel 1963, per i 100 anni dalla nascita del Vate e nasce con il teatro D’Annunzio e a seguito di un concorso di idee e progettazione indetto dalla Provincia e dall’Ente per il Turismo. Nella giuria c’era anche l’allora sindaco Antonio Mancini, e venne scelto il progetto di Antonio Cataldi Madonna, Filippo Mariucci e Antonio Pallottini. A realizzare tutto il complesso fu la ditta di Vicentino Michetti, che progettò in due mesi e realizzò anche la torre di 67 metri di altezza. Una parte della superficie è rugosa per evidenziare le figure impresse per rappresentare D’Annunzio e la città. Purtroppo gli agenti atmosferici hanno deteriorato il monumento che dalla sua creazione non ha ricevuto manutenzioni, tranne una pulizia perché tornasse in condizioni dignitose. Per restituire splendore è necessaria una manutenzione che salvaguardi e rivitalizzi la stele, insieme ad un’opera di restauro che potrebbe essere compiuta entro il 2019 e che siamo felici di aver avviato. Un mese dureranno queste indagini, tre mesi impiegheremo per la progettazione e poi partirà la gara. I lavori partiranno entro l’estate”.
“Il problema più importante è l’azione erosiva degli agenti atmosferici che hanno determinato il degrado della parte superficiale – spiega l’ingegner Paolo Iannetti– La stele è realizzata in cemento armato e strutturalmente il progettista è stato l’ingegner Giuseppe Vitullo, all’epoca della realizzazione presidente dell’Ordine degli ingegneri. Il problema grande è l’azione corrosiva fatta dal vento, dalla sabbia e dall’aria salmastra. L’intervento consisterà nel ripristino delle parti superficiali, perché strutturalmente l’opera non ha problemi. Bisognerà fare attenzione ai bassorilievi che rappresentano vita e opere del Vate e che hanno una rugosità differente rispetto alla struttura. Oltre al lato artistico bisogna fare in modo che l’opera possa durare ancora nel tempo: sono passati circa 60 anni ed è indispensabile intervenire per conservarla ancora a lungo. Ultimo passo è la verifica strutturale dell’opera, sia in condizioni statiche che dinamiche, per verificare fino a quale grado di sismicità resiste”.
“Da assessore alla Cultura nel 2008 ero sollecitata dal professor Tiboni a promuovere il recupero – così l’assessore Paola Marchegiani– per lui era un cruccio grande vederla in una situazione di degrado e quando siamo andati all’opposizione erano mie quelle richieste di possibili finanziamenti dell’opera di riqualificazione, tant’è che avevo preso contatti con l’Università perché si potesse aprire una possibilità di recuperare la struttura che è di pregio nell’architettura e nell’arte del secolo scorso. Tiboni raccontava che si erano ispirati a un intervento con Arturo Dazi, uno scultore famoso nel periodo del fascista che potrebbe essere stato l’ideatore dei geroglifici e delle figure riportate sulla stele. Tiboni si era prodigato perché nel 1963 tutto fosse pronto per il centenario della nascita di D’Annunzio ed è stato un continuo battere sulla realizzazione finché non sorse. Era stata progettata con l’intento di celebrare anche l’Italia, in fatti alla sommità ci sono tre fenditure che dovevano essere illuminate con il tricolore, cosa che sicuramente faremo”.