Le capanne in pietra sono ricoveri AGRO PASTORALI. Pur essendo piccole costruzioni, avevano tutte si fa per dire, le comodità. Il camino, il giaciglio, piccoli ripostigli per depositare viveri ed attrezzi. Non manca mai lo stazzo dove ricoverare gli animali ed il mungitoio per la mungitura del latte. La vita agricola è documentata dai tanti terrazzamenti dove venivano coltivati cereali e si pensa anche la vigna. I tanti cumuli di pietra sono testimoni del lavoro paziente che queste persone hanno fatto per liberare il terreno e renderlo fertile.
IL SENTIERO DELLE CAPANNE A SECCO – L’ANELLO DELLA CERATINA CP
Il percorso inizia dalla strada provinciale che da Lettomanoppello PE sale a Passo Lanciano (1300 m). L’itinerario scelto non parte dal primo tabellone che si incontra, ma a un centinaio di metri più a monte. Si parcheggia la vettura a sinistra, alla vista di una palina alternata con i colori BIANCO ROSSO e la scritta CP, ANELLO DELLA CERRATINA.
Invece di seguire il fosso, meglio percorrere il filo di cresta, panoramico e soleggiato. Si supera un Stalla Sociale e iniziano tanti cumuli di pietra, muri di contenimento e le tante capanne di pietra dove è obbligatorio fermarsi, riflettere, entrarci, capire la vita che le persone facevano, con qualsiasi condizione meteo.
Tutte le aperture sono state realizzate con gusto, ne ho viste due a forma “gotica”.
E cosa dire dei muri costruiti con un incastro di pietre a secco, che sembrano modellati, per il perfetto accoppiamento? E tutti perpendicolari! Ho trovato scolpite sulla roccia incisioni di nomi, certamente dei pastori. In lontananza intravedo una mandria di buoi ed un gregge, con tanti cani pastori abruzzesi. Al ritorno mi hanno bloccato ed ho dovuto scegliere una … via di fuga per arrivare alla stalla.
Ho conosciuto il pastore, un rumeno che oltre a non conoscere la lingua italiana, non ha capito che i cani li deve tenere vicino al gregge! C’è silenzio, pace, tranquillità, si sale circondati ad est dal mare, dalla Maiella e ad ovest dal Morrone, il Sirente, il Gran Sasso. Arrivato al bivio (1257 m), seguito a salire verso la Piana di Tarica, perché all’inizio del bosco ho visto che c’era un’altra capanna di Pietra.
A scendere ho fatto un altro sentiero segnato, costeggiando il bosco bruciato causa incendio nel lontano 2007 ed ho calpestato una zona… sabbiosa… Anche su questo lato c’erano tante Capanne di Pietra, non si potevano non fotografare, entrare e così sono arrivato alla stalla sociale. Era quasi buio, con i colori rossastri, quando mi sono incontrato con due amici che dovevano fotografare le pecore che tornavano allo stazzo, per trascorrere la notte. Ho vissuto una giornata pastorale fra la storia, la tradizione, i panorami, conclusa con questa ultima visione e toccando la vita dura del pastore.