LETTERA DIMISSIONI DA ASSESSORE COMUNALE
Sono rientrato in giunta perché credevo non fosse giusto tradire né la fiducia di coloro che mi avevano sostenuto con il loro voto né quella dei cittadini che si aspettavano, da questa amministrazione, la realizzazione di interventi e progetti per rendere Pescara una città migliore, che guardi al futuro e che dia opportunità.
In questi mesi ho cercato di fare del mio meglio per portare avanti progetti sulla mobilità sostenibile e sullo sport, su cui ho creduto tanto perché oltre la pratica sportiva, lo sport è disciplina, ma è soprattutto aggregazione ed è un dovere di chi amministra creare le condizioni affinché tutti possano praticarlo. Mesi difficili in cui, cercando di fare, non ho dovuto solo fronteggiare e superare le difficoltà amministrative, ma ho dovuto soprattutto fronteggiare ostacoli politici e correnti contrarie. Questo non è possibile, non è serio, individualismo e cecità politica senza precedenti, per ogni progetto, per ogni singolo intervento mai collegialità, mai una benché minima visione di crescita. Penso al progetto sull’area di risulta che sembra partorito da chi in questa città non ci vive e quindi non ne conosce le esigenze e le difficoltà. Non si può abdicare per 20 anni dalla gestione di una zona strategica della città e farlo a discapito dei cittadini. Non è possibile non capire l’importanza sociale ed economica nel recupero di aree che rappresentano la memoria storica di una città. Parlo del progetto di riqualificazione del campo Rampigna, giunto ad approvazione solo dopo innumerevoli e durissimi scontri con la stessa maggioranza. Un Pd che sembra la mattina si svegli su Marte. Ho citato questi due interventi perché attuali, ma se faccio un passo indietro a qualche mese fa penso alla mancanza di coraggio nel cambiare rotta e andare verso una mobilità sostenibile, mi riferisco al progetto alternativo ai parcheggi estivi sulla strada parco, osteggiato fino all’inverosimile, da quello stesso Pd che, quando era all’opposizione attaccava duramente la decisione dell’amministrazione del centrodestra di consentire il parcheggio proprio su quella strada. Mi chiedo dov’è finito quel Pd?
Dialogo, confronto e mediazione hanno sempre fatto parte del mio modus operandi, convinto che siano indispensabili quando si hanno responsabilità amministrative e politiche. L’efficacia però di tale approccio necessita di interlocutori che non ho purtroppo trovato.
Caro Sindaco, rappresenti una delle città più importanti della nostra regione, avresti dovuto essere guida e collante delle diverse anime di questo partito, invece ti sei prestato ai soliti giochi di potere che nulla hanno a che fare con il bene comune e che non producono nessun giovamento alla comunità politica, ma anzi la mortificano. Accettando di rientrare nonostante un’estromissione ingiustificata, ho voluto anche dimostrarti che ero disposto a ricostruire un percorso comune, ho creduto sbagliando che fosse possibile. Un partito che non riesce a fare autocritica e a riflettere dopo i vari fallimenti elettorali, ma anzi continua noncurante, con estrema arroganza e con gli stessi atteggiamenti. Tutto questo è preoccupante. I cittadini sono stanchi di assistere ai vari teatrini della politica perché il quotidiano non è fatto di figuranti, ma di persone vere che hanno esigenze e problematiche alle quali la politica dovrebbe dare delle risposte. Più volte in questi mesi ti ho espresso le mie preoccupazioni e mi sono permesso anche di darti qualche suggerimento affinché la comunità politica potesse riorganizzarsi e tornare ad essere propositiva. Crederci e provarci da soli non basta, anzi porta all’isolamento. Giungo a conclusione di questa lettera presentando le mie dimissioni irrevocabili con effetto immediato dalla carica di assessore, in coscienza e coerenza con quanto detto essendo venute a mancare le condizioni per poter amministrare fattivamente e serenamente.
Dr. Giuliano Diodati
#ComunediPescara
Sindaco su dimissioni di Diodati: “Si sente nell’aria un inconfondibile odore di trasformismo”
Io credo che non ci siano ragioni amministrative dietro le dimissioni di Giuliano Diodati dalla Giunta. Dimissioni che sono la prevedibile conseguenza della scelta che ha portato alla perdita della Provincia di Pescara, orchestrata da chi ha bene in mente un percorso che probabilmente già da diverso tempo non è con il centrosinistra.
Di che cosa parliamo?
Parliamo di un assessore che ho rivoluto in squadra alla prima occasione utile dopo l’avvicendamento del settembre 2017 e che in questi mesi ha governato, non senza distinguo sull’operato di un’Amministrazione di cui è stato parte per la maggior parte del mandato. Un amministratore che oggi – a sei mesi dalle elezioni comunali e a tre da quelle regionali – si chiama fuori, sentendosi improvvisamente alieno dai progetti strategici per Pescara, pur avendo sempre avuto piena possibilità di agire politicamente con le sue importanti deleghe e di confrontarsi liberamente con la maggioranza.
Parliamo di un vizio antico della politica italiana, peraltro tornato oggi molto in voga, che è quello di dire cose vecchie con il vestito nuovo, fare finta che il proprio passato non esista e che ciò che si è promesso e raccontato alla pubblica opinione per essere eletti possa assumere improvvisamente forme e colori diversi per un non meglio precisato “bene comune”.