Perché se a parole diciamo di essere diversi, dobbiamo poi avere il coraggio fino in fondo di costruire strade nuove in cui misurarci, altrimenti come è già accaduto in tempi recenti, saremo percepiti parte delle oligarchie odiate da chi oggi non arriva a fine mese.
Conta poco oggi sottolineare quanto negli anni passati il Pd e il suo gruppo dirigente avesse gran parte delle responsabilità, quando poi si mette la croce nell’urna lo tsunami arriva per tutti.
Oggi la destra si sta riprendendo in mano il paese e per fermarlo non bastano certo un generico fronte democratico e qualche brava persona che ci metta la faccia, sperare negli errori altrui e in un governo nazionale imbarazzante non è certezza di vittoria.
Ricordiamoci sempre che ad un vuoto non corrispondo in modo matematico un pieno dall’altra parte. È stato così negli ultimi vent’anni ma da un po questa storia ha avuto un netto cambio di passo.
Fermiamo la destra con la sinistra, è uno scontro prima di tutto culturale da vincere mel paese, se accadrà anche il vento nelle urne subirà un’inversione di tendenza. Stare arroccati invece a giocare con le figurine con quello o quella, candidati, con schemini e somme di liste da scienziati pazzi sono la morte della politica oltre che di una sconfitta annunciata.
p.s. Detto è stradetto ma repetita iuvant: quando le elezioni provinciali torneranno nelle mani dei cittadini?fatte cosi non servono a nulla se non a scatenare le guerra tra bande all’interno dei partiti».