Le associazioni ricordano come i problemi vennero certificati sin dall’origine dall’ANAS la quale già al momento dell’inaugurazione aveva vietato il traffico ai mezzi pesanti con massa a pieno carico superiore a 7,50 tonnellate. Una cautela, peraltro successivamente vanificata con la riapertura al traffico dei mezzi pesanti, che non ha comunque risolto il problema visto che l’ARTA, dopo i dovuti accertamenti, prima nel 2011 e di nuovo nel 2014, ha invitato il Comune di Montesilvano a procedere al risanamento acustico.
A poco sono valse le lamentele di un comitato di cittadini che ha più volte denunciato lo stato di inquinamento con esposti e manifestazioni. Alcuni residenti sono andati oltre e hanno fatto ricorso alla giustizia amministrativa affidandosi all’avv. Fabio De Massis. Il TAR ha dato loro ragione con una ordinanza, notificata il 6 giugno scorso, che imponeva al Comune di Montesilvano di provvedere entro 60 giorni al risanamento ambientale. Non è bastato neppure questo… i due mesi sono trascorsi e non c’è stato intervento alcuno.
«Il problema – sottolinea il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio – è che si continua a ragionare, nella gestione delle nostre città, con una ottica sbagliata: si privilegiano le esigenze del traffico e non quelle dei cittadini che hanno diritto a essere tutelati e ad ambienti vivibili anche e soprattutto quando non sono alla guida di un mezzo a motore. Nel caso specifico di Montesilvano la normativa non lascia adito ad equivoci: in presenza del superamento dei limiti di legge accertati dall’ARTA il Comune avrebbe dovuto operare un intervento di bonifica entro i successivi 18 mesi».
Il presidente di Legambiente Abruzzo Giuseppe Di Marco punta l’indice su un altro aspetto della vicenda: “La situazione di inquinamento che l’apertura della nuova tratta viaria avrebbe comportato imponeva una valutazione preventiva in sede di VIA, così come previsto dall’articolo 8 della legge 447/95 che ha imposto l’obbligo di adeguare i progetti di modifica o potenziamento delle strade alle esigenze di tutela dell’inquinamento acustico delle popolazioni interessate”.
Nulla invece è stato fatto, lamentano WWF e Legambiente. «Il Comune di Montesilvano, che non ha adempiuto ai suoi doveri neppure dopo una ordinanza del TAR, è del resto perfettamente in linea con un mal costume molto diffuso in Abruzzo: ben pochi enti locali –commentano gli ambientalisti– si sono adeguati infatti alle disposizioni normative introdotte dalla Legge Regionale n. 23 del 17.7.2007 che ha definito i criteri in base ai quali i comuni devono procedere alla classificazione acustica del territorio nonché alla redazione dei relativi piani. “È indispensabile – concludono le associazioni – che Montesilvano attivi a questo punto le procedure previste dal DM 29.11.00 coinvolgendo i comitati, le associazioni e i cittadini nel percorso di pianificazione e di scelta delle soluzioni progettuali da attivare evitando lo sperpero di denaro pubblico mediante la realizzazione di opere inutili e realizzate senza il necessario supporto scientifico esplicitamente richiesto dalla legge».