«Una scelta necessaria, condivisa con la mia maggioranza politica, – ha spiegato il Sindaco in conferenza stampa – perché nella nostra Regione esiste un’assurda legge elettorale che costringe i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 5000 abitanti di dimettersi, ancor prima di essere eletti, in caso di candidatura alla carica di consigliere regionale o di presidente della Regione. Una limitazione, che per vero esiste anche in caso di candidatura in Parlamento, all’elettorato passivo di cittadini che hanno quale unica colpa quella di essere stati eletti sindaco.
Il centrodestra abruzzese – ha proseguito il Sindaco – in questo momento può contare su candidati di estrema qualità e ciò mi induce ad essere fiducioso su una riconquista della regione ma, allo stesso tempo, tengo a precisare che, qualora non fossi io il candidato al ruolo di presidente continuerò ad occuparmi della mia città come sindaco; non sarei disponibile, difatti, a concorrere per la carica di consigliere regionale, seppur più comodo e maggiormente remunerativo, perché non è il carrierismo politico che mi interessa ma il bene della nostra regione.
Quello di Governatore – ha evidenziato – è un incarico che sento di poter assolvere nel migliore dei modi, in quanto certo di poter unire tutte le espressioni esistenti nel centrodestra. La candidatura è stata offerta soprattutto sulla scorta della mia esperienza di amministratore, avendo in questi anni quotidianamente affrontato con mano i problemi delle persone, alle quali vanno date risposte e non fatte promesse, e mettendo a disposizione il lavoro e le relazioni istituzionali e personali costruite a Roma quale Vice presidente dell’Anci e componente delle Conferenze Stato-città ed Unificata. Quest’enorme bagaglio umano sarà con me, qualora dovessi servire una comunità più vasta, l’intera regione. Sarò infatti il portatore sano del ‘campanile’ Abruzzo, coltivando l’interesse generale e ascoltando quella parte di società che non solo è impegnata in politica ma è linfa vitale ovvero la società civile, il mondo dell’impresa e delle professioni, il mondo dei comuni, piccoli e grandi, vera palestra per chi ambisca ad amministrare la regione e a governare il Paese. La coalizione avrà 20 giorni di tempo per prendere una decisione e io altrettanti per poter ritirare le mie dimissioni. In questo periodo, tengo a precisare a beneficio di tutti, che non vi sarà alcuna compressione delle potestà che sono rimesse in capo al sindaco e la Giunta continuerà ad operare con pienezza di poteri».
IL PROGRAMMA REGIONALE – «In questi mesi – ha detto il Sindaco – ho studiato insieme ad alcuni professionisti e rappresentanti delle istituzioni i problemi che vengono avvertiti con maggior forza in Abruzzo: su questi costruiremo il programma di governo per il futuro della regione.
Si partirà da un welfare in grado di contenere politiche per l’occupazione e il sostegno alle imprese abruzzesi: l’Abruzzo non può continuare ad essere una terra di addii ma un territorio di nuovi investimenti. Si proseguirà con una politica sanitaria che, tenendo a bada i propri bilanci economici, allo stesso tempo garantisca servizi, soprattutto in taluni territori. La mia idea è che un ospedale e forse anche più di uno possano ritornare a funzionare. C’è poi il tema che tutti conoscono e vorremmo più valorizzato che è quello dell’Abruzzo dei Parchi, della montagna, del mare, il riequilibrio tra aree interne e zone costiere, il dissesto idrogeologico; la risoluzione dei problemi riguardanti le città colpite dal terremoto, L’Aquila e l’area teramana, recuperando il tempo perso; la modernizzazione del territorio soprattutto dal punto di vista infrastrutturale, dalle strade al digitale; maggior attenzione alla Macroregione Adriatico-Ionica, il Corridoio 5, l’Interporto di Manoppello».
L’IMPEGNO PER CHIETI – «Nel frattempo – ha sottolineato – continuerò a lavorare alacremente per Chieti ed i suoi cittadini, soprattutto per far fronte e rispondere alle assurde azioni mortificatrici e penalizzanti del governo nazionale, vedi tentativo di eliminare i finanziamenti del decreto periferie, o di quello regionale, mancanti finanziamenti per emergenze, mancata erogazione fondi teatro. Farò come sempre la mia parte e la farò fino alla fine, agirò come se tutto debba farsi entro i prossimi 20 giorni, continuerò a pensare e programmare avendo in mente quale obiettivo il 2020».
ZAPPALORTO E DI IORIO (PD) SU DIMISSIONI DI PRIMIO
“Le dimissioni sono il più bel gesto d’amore che Umberto Di Primio potesse fare alla nostra città. Dopo essere stato in Comune per più di 20 anni con posizioni di vertice ed aver ricoperto tutti i ruoli possibili, lascia una Città in ginocchio dal punto di vista sociale ed economico. Il ruolo di capoluogo di Chieti è sempre più svilito da un atteggiamento di negativo campanilismo che ci ha portati al totale isolamento all’interno della nostra Regione Abruzzo.” Così haano commentato le dimissioni di Di Primio, i Consiglieri comunali del PD Chiara Zappalorto e Alessio Di Iorio.
“Oggi lui si candida a guidare, come un generale senza esercito, –continuano i Di Iorio e Zappalorto– proprio l’Istituzione dalla quale si è allontanato, creando un distacco nocivo per lui e per tutti i cittadini.
Chieti merita di rinascere, merita di rialzarsi e di correre verso un futuro pieno di opportunità, nel quale mettere in vetrina i suoi gioielli. Chieti ha bisogno di amore. Chieti ha bisogno di prendere per mano le nuove generazioni e dir loro che qui si può pensare di vivere per sempre.
In questi anni, dinanzi alle critiche, Umberto Di Primio è stato solo capace di trincerarsi dietro il risultato elettorale, senza mai entrare nel merito dei problemi ma soprattutto senza ascoltare le soluzioni, proposte da opposizione e cittadini.
C’è tanto da fare, ma c’è anche tanto da valorizzare. Lanciamo un appello a tutti coloro che sono innamorati di Chieti: non è tempo di coalizioni, partiti e liste. È tempo di una riscossa civica che parta da noi tutti. Noi siamo pronti a dare una mano, per il bene di Chieti. “