Pescara – “Come le altre città interessate dal Bando di riqualificazione delle periferie accogliamo con estrema circospezione le assicurazioni date dal premier Conte alla delegazione Anci che ieri sera è stata ricevuta a Palazzo Chigi per evitare la sospensione e agevolare il ripristino della misura che ci vede fra le città con progetti esecutivi approvati e pronti a diventare cantiere” cos’ in una nota congiunta il sindaco Marco Alessandrini e l’assessore alle Periferie Giacomo Cuzzi.
“Finché non avremo la certezza dei fondi e finché non sarà chiaro che tipo di sorte riguarderà il progetto del Comune di Pescara non metteremo in stand by mobilitazione e protesta, insieme con le associazioni con cui abbiamo co-progettato l’impiego dei 18 milioni di euro pubblici che sommati agli investimenti privati promossi dal bando di fatto riversano sulle nostre periferie cittadine ben 58 milioni in totale” continuano il sindaco e l’assessore .
Il Presidente del Consiglio Conte fanno sapere gli Amministratori pescaresi, si è impegnato entro una settimana, dieci giorni, a risolvere il problema creato dal blocco dei fondi disposto in Senato ad agosto con un emendamento al Decreto Milleproroghe, come gli è stato riferito dal presidente Anci Antonio Decaro dopo il summit di ieri sera.
“Come lui ci è difficile comprendere le motivazioni per cui non è possibile procedere subito, ma se non si risolverà positivamente per le periferie, procederemo con la mobilitazione, attivando tutti gli strumenti di tutela. Stiamo per questo valutando anche azioni legali come Città.
Siamo certi che se davvero si intendono sbloccare i fondi, –commentano Alessandrini e Cuzzi– ciò è possibile benissimo anche in Aula, attraverso gli emendamenti al testo presentati dal Pd, peraltro specifici sulla città di Pescara.
Il nostro timore è invece che i fondi servano ad altro, ad esempio a coprire le tante promesse elettorali fatte alla stessa gente di periferia a cui sono stati tolti i fondi una volta eletti, un’operazione compiuta tradendo la fiducia della comunità e delegittimando il valore istituzionale e trasversale alla politica dei progetti elaborati dalle Città italiane, in barba anche alle procedure di appalto già avviate da molti Comuni.
Occorre ripristinare subito quello che era previsto, –concludono– finanziato e vagliato dalla Corte dei Conti, questo è l’unico modo per aiutare davvero le periferie”