“Alla prima prova dei fatti, il Movimento 5 Stelle ha sbugiardato se stesso e quanto dichiarato durante i mesi di campagna elettorale, tradendo senza scusanti gli abruzzesi – ha esordito Rapino -. Oggi, se possiamo affermare che dei passi in avanti sono stati fatti per le popolazioni colpite dal terremoto, è solo grazie al governo Gentiloni e all’impegno e al buon senso dei nostri parlamentari, che hanno garantito il loro sostegno al decreto. Ma molto poteva ancora essere fatto, se la maggioranza in Parlamento non avesse remato contro gli abruzzesi”.
Ad illustrare nel dettaglio quanto accaduto ieri a Roma, D’Alessandro: “È necessario ripercorrere le tappe che hanno portato all’approvazione di questo decreto per comprendere cosa è davvero accaduto. Il Governo Gentiloni, sul finire del mandato, ha preparato il decreto terremoto, rimandando, con grande correttezza istituzionale, molte scelte di natura politica, economica e strategica al governo che sarebbe subentrato di lì a poco. Lo ha fatto anche perché, in tutti questi mesi, M5S e Lega hanno sempre attaccato il documento di Gentiloni, dichiarando di avere in tasca grandi soluzioni per le aree terremotate. Invece, in aula ci siamo trovati a votare esattamente il decreto Gentiloni, senza alcuna modifica, senza alcuna novità e senza nuovi Comuni inseriti nel cratere. Come opposizione, quindi, abbiamo presentato circa 200 emendamenti, alcuni dei quali anche a costo zero, come la semplificazione normativa, ma sono stati tutti bocciati. Sappiamo bene che i parlamentari abruzzesi della Lega, quindi del sud, per loro assurde logiche interne, contano poco, ma dai grillini ci aspettavamo un sussulto di dignità, che purtroppo non è avvenuto e, a farne le spese, saranno le popolazioni del nostro territorio”.
“La bocciatura dei nostri emendamenti è un fatto grave e illogico – ha aggiunto Pezzopane -, segno di una profonda debolezza politica. L’attività parlamentare che abbiamo condotto è stata, comunque, molto intensa e ci ha permesso di porre le basi per importanti iniziative nelle aree terremotate. Purtroppo, però, ad oggi ciò che abbiamo ottenuto è l’approvazione di un decreto con risposte insufficienti alle mutate esigenze, scritto volutamente così dal governo Gentiloni per permettere al nuovo parlamento subentrante di apportare tutte le modifiche che riteneva opportune. Ovviamente, abbiamo votato questo decreto perché ci sono cose positive, ma il silenzio imbarazzante con cui sono stati bocciati i nostri emendamenti non ha giustificazioni. Adesso cercheranno di mescolare le carte, raccontando di aver però approvato un ordine del giorno (documento dal peso specifico molto basso) ricco di provvedimenti, che semplicemente rinvia al decreto Milleproroghe e alla futura legge di bilancio l’approvazione di interventi fondamentali per le popolazioni colpite dal terremoto. Un ordine del giorno che, fra l’altro, ricalca i nostri emendamenti. Eppure c’erano decisioni urgenti che potevano essere prese subito, anche tramite emendamenti a firma della maggioranza stessa. Ciò, però, non è avvenuto. Non ci fermiamo, pronti su ogni altro provvedimento a fare la nostra parte finché a far approvare tutte le nostre proposte . “
“Un’ultima nota da aggiungere – hanno concluso gli esponenti del Pd – riguarda gli emendamenti a favore della sanità abruzzese, che hanno dichiarato inammissibili poiché lontani dal tema terremoto. Questi avrebbero permesso di sospendere il decreto Lorenzin e di sfruttare il nuovo piano di edilizia sanitaria. Lo stesso è accaduto in passato per l’ospedale di Popoli e per i tribunali e, in quell’occasione, furono accettati. È evidente, quindi, che c’è una volontà politica di questo governo di non risolvere davvero i problemi dell’Abruzzo”.