giovedì , 21 Novembre 2024

Crescenzo Pignatari Maestro di Cappella in Pianella: presso l’Officina del Talento la presentazione dei volumi di Giacintucci

La passione per il Maestro Pignatari nasce nell’avvocato pianellese anni addietro, quando, nella chiesa di Sant’Antonio Abate a Pianella, presentò un volume contenente le ristampe anagrafiche di due drammi per musica di Stefano Ferrante, dedicati entrambi a San Silvestro Papa.
Trattavasi di un’edizione teatina del 1748 per Giuseppe Francesco Ferri e dell’edizione ascolana del 1759 per i tipi di Nicola Ricci, entrambe musicate da Crescenzo Pignatari. Oltre al suo musicista un altro legame, ma di affetti, ebbe il Ferrante con la città di Pianella, avendo lo stesso preso in moglie Margherita Mevij. Dal matrimonio nasceranno ben sette figli.
La presentazione del volume è a cura dell’associazione CultourPianella composta, fatta eccezione del Di Giovanni, solo da donne (Tina Parone dell’Archivio di Stato di Pescara, Silvia Cancelli già responsabile dell’archivio Storico di Pianella, Serena D’Incecco fondatrice ed animatrice de l’Officina del Talento, Linda Coletti già dirigente sportiva, Annabruna Viandante imprenditrice nel campo turistico e consigliera comunale, Sara Perinetti giovane studiosa) e che vanta da poco più di un anno dalla costituzione diverse manifestazioni culturali di pregio sulla storia e sulle emergenze culturali di Pianella. Dopo l’esecuzione del Miserere da parte del coro seguirà un piccolo rinfresco con prodotti a km zero.
 
Come ci ricorda l’autore del volume, il prof. Marco Giacintucci  <Crescenzo Pignatari, musicista e compositore (Pianella, 1710 – Moscufo, 1799), rappresentò significativo riferimento per la cultura musicale del tempo, in special modo locale: esercitò infatti, a partire dai primi anni del sec. XVIII, il ruolo di «Maestro di Cappella»presso le cattedrali de L’Aquila (1731-1748/1754), di Teramo (1748/1754-1757) e della natia Pianella (dal 1757). Informazioni circa la vita e il magistero artistico di Crescenzo Pignatari sono desumibili da alcune fonti coeve, quali documenti archivistico-anagrafici e numerosi libretti d’opera. Il suo catalogo compositivo, probabilmente ben più esteso di quanto oggi in nostra conoscenza, è rappresentato a tutt’oggi da un Miserere a quattro voci senza violini, da una Messa a tre voci con violini (in realtà a quattro voci, vedi oltre), e dall’Aria sacra Va, ritorna a Dio sul Monte, «a voce sola di contralto con Basso Continuo», superstite da Il Mosè nel Sina. Tra i lavori perduti nostro compositore, sono da annoverare numerose azioni sacre su tema veterotestamentario, la forma musicale maggiormente praticata al tempo, soprattutto in ambito centro-italico: La Vera sposa (1731); Il Trionfo dell’amor divino nella fuga del mondo (1731); La Morte de’ giusti (1744); San Silvestro nel battesimo di Costantino (1746); La Contesa delle Virtù pel cuore di S. Berardo Glorioso nella difesa della città di Teramo(1748); Eliseo nel Vaticano (1748); Il Giosafat (1752); Il Salomone nel tempio (1752); Il Giosuè (1753); Il Mosè nel Sina (1754); Le Vergini prudenti (1754); La Betsabea (1757); La Colomba diletta allo sposo dei sacri cantici(1771)>.

 

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