A distanza di 30 anni dalla sua scomparsa, il ricordo del geniale fumettista Andrea Pazienza, originario di Pescara e formatosi proprio nella città adriatica, vivrà nelle parole dello scrittore e giornalista Luigi Di Fonzo sabato 23 giugno, dalle ore 18, all’interno della biblioteca comunale di Montesilvano ‘E. Agostinoni’.
Di Fonzo, attraverso il suo libro “Andrea Pazienza, il mio nome è Pentothal”, edito da Ianieri,
prende spunto da quei disegni, così pieni di estro e fantasia, per ricavarne uno spaccato di anni turbolenti fatti di movimenti giovanili rivoluzionari e di una classe universitaria tradita da un sistema politico corrotto e dai più classici riferimenti culturali. E pur essendo un prodotto profondamente radicato in quel contesto storico, quello dei cosiddetti “Anni di piombo”, con “Pentothal” Andrea Pazienza anticipa il tema del sentimento “privato” e dell’isolamento dell’artista, che negli anni Ottanta esploderanno con il cosiddetto “riflusso”.
prende spunto da quei disegni, così pieni di estro e fantasia, per ricavarne uno spaccato di anni turbolenti fatti di movimenti giovanili rivoluzionari e di una classe universitaria tradita da un sistema politico corrotto e dai più classici riferimenti culturali. E pur essendo un prodotto profondamente radicato in quel contesto storico, quello dei cosiddetti “Anni di piombo”, con “Pentothal” Andrea Pazienza anticipa il tema del sentimento “privato” e dell’isolamento dell’artista, che negli anni Ottanta esploderanno con il cosiddetto “riflusso”.
A quarant’anni circa dalla realizzazione e della pubblicazione delle prime tavole di Andrea Pazienza sulla rivista “Alter Alter”, “Il mio nome è Pentothal” ripercorre la storia dell’alter ego di Pazienza e torna a far vivere quegli anni controversi attraverso gli occhi di un sognatore “con i piedi fortemente radicati nelle nuvole”, aggiungerebbe Ennio Flaiano. Il lavoro del giornalista pescarese Luigi Di Fonzo, insieme all’amico e collega Pierpaolo Di Simone, non vuol soltanto rendere omaggio a un genio venuto a mancare troppo presto, ma anche rivivere gli anni di una generazione – quella comunemente chiamata “Movimento del ’77” – isolata e tradita, sia dalla politica che dalla cultura “ufficiale”.
In un periodo compreso tra l’estate del 1976 e i primi mesi del 1977, Andrea Pazienza (San Benedetto del Tronto 1956 – Montepulciano 1988) cominciò a disegnare “Le straordinarie avventure di Pentothal”, la storia di un talentuoso artista ventenne, studente a Bologna, diviso tra i sogni creati dalla sua immaginazione, i disagi della vita universitaria e le turbolenze del Movimento bolognese. Una vera e propria autobiografia a fumetti, la “prima, splendida e insuperata opera d’arte di Andrea Pazienza”, come la definì Oreste Del Buono, il direttore delle riviste Linus e Alter che nel marzo del 1977 iniziò la pubblicazione delle prime tavole. Il successo fu immediato. Pazienza venne acclamato come il caposcuola del nuovo fumetto italiano, e Pentothal, oltre a diventare un’icona del Movimento del ’77, divenne anche “il romanzo di formazione di un’intera generazione”, per usare le parole del critico Felice Cappa.
L’incontro, promosso e curato dal ‘Comitato Cultura e Territorio’, al suo quinto appuntamento da maggio e finalizzato alla valorizzazione della biblioteca comunale, è aperto a tutti, con ingresso gratuito.