“Prendiamo atto di una leggera diminuzione delle sentenze, delle richieste di esecuzione e degli sfratti eseguiti anche se per molte città come specificato dal ministero dell’interno i dati sono incompleti,–continua il segretario UI– ma resta necessario che il comune e il governo avviino piani casa veri basati sul recupero e sull’autorecupero dell’immenso patrimonio immobiliare pubblico e privato oggi inutilizzato. Come si evince dai dati sotto riportati si aggrava la situazione nei comuni della provincia in quanto in questi comuni rispetto ai comuni capoluoghi si registrano mediamente un numero più alto di sentenze di sfratto per morosità”.
Rapattoni poi snocciola i dati, su oltre 59.600 sentenze di sfratto emesse nel 2017 in tutta Italia oltre 52.500 sono per morosità, di queste ultime 22.629 hanno riguardato i comuni capoluoghi e 29.962 i comuni delle restanti province, “il che dimostra che il problema sfratti non è un problema relativo solo alle grandi aree urbane”.
Si registra quindi un’aumento dell’esecutività degli sfratti a fronte di un minor numero di provvedimenti emessi. Dato che secondo il segretario UI testimonia ancora una volta l’incapacità delle politiche abitative di risolvere il problema alla radice.
“E’ necessaria un’immediata sospensione dell’esecuzione di tutti gli sfratti, –commenta §Rapattoni– compresa la morosità incolpevole, che è la vera questione che occorre affrontare e su cui governo e regioni nulla hanno fatto nel corso degli anni nonostante le molte promesse. Ricordiamo che vi sono centinaia di migliaia di nuclei “inutilmente” collocati nelle graduatorie e che attendono da anni una casa popolare”.
In Abruzzo la situazione non è rosea (in conseguenza dei drammatici dati di PESCARA), .
Nel 2017 le sentenze di sfratto emesse in Abruzzo sono state 2.274 con un aumento del 80,19% .
Le richieste di esecuzione sono di 2.087 con un aumento del 82,11% e quelli eseguiti 783 con un aumento del 11,70% .
“Analizzando nello specifico i dati in Provincia di Pescara la situazione diventa drammatica!” è il commento di Rapattoni che spiega come le sentenze di fratto emesse siano 1.660 con un aumento del 169,48% ; le richieste di esecuzione 1.305 con un aumento del 388,76% ; gli sfratti eseguiti 451 con un aumento del 34,63%.
“A fronte di questi dati chiediamo di dare risposte alle famiglie che avrebbero diritto a una casa popolare e che aspettano in graduatoria da anni e di usare la leva fiscale al fine di ridurre gli affitti. Serve, infine, –conclude Rapattoni– un grande investimento per riconvertire il patrimonio pubblico non utilizzato ai fini della residenza sociale.
La politica e le istituzioni non possono più temporeggiare, è tempo di agire!”