«Il titolo dell’opera “Coesione” – ha spiegato PixelPancho – deriva da ciò che ho visto in questi giorni, in questo quartiere. L’opera raffigura un uomo e una donna robot, perché il robot è per me la metafora dell’uomo. Culturalmente Dio ha creato l’uomo ma l’uomo nella storia ha sempre cercato di essere Dio, creando e cercando di controllare le cose che aveva intorno. Il ferro arrugginisce come la pelle invecchia. Gli ingranaggi si consumano e le piante sono le emozioni che crescono nell’uomo». Tra i due personaggi sono raffigurate anche un gallo e una gallina, perché dice PixelPancho: «Quando sono arrivato qui ho visto alcune galline razzolare nel quartiere. Parlando con i residenti abbiamo pensato quanto potrebbe essere utile creare un pollaio e un piccolo orto urbano per tutto il quartiere e ho voluto inserire questo elemento nell’opera. Faccio questo lavoro da circa 20 anni ed ho dipinto muri praticamente in tutto il mondo, da New York a Miami, da Honk Hong all’Australia, e anche in luoghi pericolosi e dimenticati, dove la street art ha rappresentato una risorsa economica per alcuni comuni, grazie ai tour tra le opere di street art, come ad esempio a Tampa, Heroica Ciudad Juarez, Bogotà o Brasilia e Città del Carmen».
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