“Dopo la partita di Cittadella avevo in mente di fare una riunione con la squadra la mattina dopo – ha raccontato Daniele Sebastiani – l’ho convocata nelle prime ore perché c’era anche il discorso delle votazion per chi voleva recarsi al voto, ma soprattutto perché non era mia intenzione esonerare il mister, ma era mia intenzione parlare alla presenza sua e della squadra per capire quali erano i problemi e cercare di ridare un po’ di entusiamso a questa gente dato che vedevo un ambiente onestamente appiattito.
Lui ha ritenuto non solo di non dover ripartire con la squadra, già lì ritengo che i giocatori si siano fatti qualche domanda, ma soprattutto di non presentarsi la mattina alle 9.30. quindi, dal momento in cui ho aspettato, insieme agli altri e avendo saputo che non sarebbe venuto non mi è rimasto che procedere con l’esonero. Evidentemente, se uno contravviene ad un ordine della società, mi sembra chiaro che probabilmente si era rotto qualcosa. È un po’ di tempo che il mister esterna delle posizioni che io non condivido, non ho condiviso già dalla prima esternazione di dicembre quando fece quella ‘bellissima’ conferenza stampa.
Evidentemente quando le cose sono iniziate a non andare bene non se la sentiva più di portare avanti questa storia ed ha scelto una strada più sbagliata secondo me, perché sarebbe potuto venire e fare in maniera diversa. Sembrava quasi una sfida tra l’allenatore e la società da mesi, hanno chiesto di andar via giocatori importanti come Benali e Zampano a gennaoo e Memushaj in estate, se hanno chiesto di andar via un motivo ci sarà.
Quando si arriva ad una situazione come questa non è bello per nessuno, né per la squadra né per la società. Comunque questo è accaduto, non ci ho messo niente a scegliere Epifani, Repetto sarà un valore aggiunto dell’area tecnica, così come lo è stato negli anni in cui è stato con me a lavorare. Noi abbiamo un progetto ben preciso come società: Luca Leone è il direttore sportivo della Pescara Calcio, si occuperò prevalentemente di quello che ha fatto fino ad oggi e Giorgio Repetto sarà più presente sul campo insieme all’allenatore.
Speriamo tanto che possa rimanere Massimo anche per i prossimi anni perché vorrà dire che avremo trovato un altro allenatore bravo. Ovviamente come obiettivo gli ho chiesto i play off. Pescara ai pescaresi è il sogno nostro con il quale siamo partiti in questa società e strada facendo abbiamo avuto la fortuna di portare diversi pescaresi in questa società, Repetto non è pescarese di nascita ma di adozione. Per me tutti quelli che hanno la storia di questa società sono contento di averli all’interno, se hanno dei valori. Sarei felicissimo di avere la pescaresità al 100%, questo non è possibile, ma attualmente abbiamo una buona rappresentanza con persone che ci mettono il cuore nel fare questo mestiere”.
“Torno come direttore dell’area tecnica – ha spiegato Giorgio Repetto –quindi avrò rapporto con Massimo e con i giocatori e poi logicamente con la società. Non c’è stata nessuna trattativa: il presidente ha parlato con Epifani e con Leone, la sua idea era di mettere dentro anche me, hanno condivisio ed accettato e l’ho fatto anch’io perché per me era impossibile dire di no al Pescara, era una cosa automatica, l’importante era che ci fosse la disponibilità dell’allenatore e del direttore sportivo.
Per Teramo non ho nessun sassolino, la squadra in quel momento era salva con una partita da recuperare, è stata una scelta societaria che bisogna accettare. Qui a Pescara in passato le divergenze ci sono state, oramai è più di un anno che ci rientiamo e ci rifrequentiamo, penso che tra persone intelligenti succede di avere delle divergenze e delle liti, ma quando passa tutto ci ripenso e mi accorgo che su delle cose potevo avere ragione, ma su altre cose posso aver fatto qualche cavolata.
Ho un carattere non facilissimo da gestire, so di avere tantissimi difetti, ma di avere anche qualche pregio. Questa è una squadra fisica che ha anche delle buone qualità tecniche, si sono molti giovani ma anche diversi giocatori che hanno fatto diversi campionati, penso che sia assortita bene per un campionato di serie B. con una media di un punto a partita, con una media di due andremo ai play off, si deve giocare di partita in partita e ci sono le pontezialità per fare un buon bottino in queste ultime 14 partite, anche se non è un calendario facile, però tecnicamente la nostra mi sembra una squadra attrezzata con giocatori di buon livello.
Cerco di giudicare la squadra durante l’allenamento ed ho visto una disponibilità che fa ben sperare, si sono impegnati tutti in un clima gioioso”.
“Mi sento carico e pronto – ha esordito Massimo Epifani – le emozioni in questo momento non le posso cavalcare perché devo essere subito concentrato a quello che dobbiamo fare, sono molto contento di questa grande opportunità che mi è stata data dal presidente e dalla società perché per me è una grande occasione e lo ringrazio pubblicamente e me la giocherò con tutte le mie forze e con tutta la voglia di fare bene. Cercherò di portare tanto entusiasmo ai ragazzi, le mie idee sicuramente e cercheremo di fare il meglio possibile che in questo momento possiamo fare. Ho le mie idee, quando si entra in corsa sicuramente non si può cambiare e stravolgere tutto, però sicuramente porterò delle mie certezze che cercherò di trasmettere alla squadra.
Ho avuto un grande impatto con i ragazzi, grande disponibilità, di portare fuori l’entusiasmo che hanno dentro e che magari non hanno tirato fuori, però sono contento, dopo due giorni di allenamento, di aver trovato la disponibilità dei ragazzi che è importante per un allenatore oggi. Non svelo il mio modulo per non dare vantaggi a nessuno, sto provando alcune cose e mettere la squadra in campo nel miglior modo possibile per far rendere al massimo i giocatori nel proprio ruolo e di far funzionare la squadra tutta insieme. La mia concentrazione è questa e lavorerò fino a venerdì con tanti dubbi e tanti pensieri sperando di far rendere i giocatori nel proprio ruolo e poi di farli lavorare da squadra, è la cosa più importante che farò in questa settimana. Ho esordito da giocatore con la maglia del Pescara e oggi alleno questa squadra, credo che sia una cosa che non si possa descrivere perché mi sento pescarese,mi sento questa maglia attaccata sulla pelle e credo che questa responsabilità oggi si raddoppi perché ci tengo a fare bene perché è importante riportare entusiasmo in questa piazza che ultimamente è un po’ scettica e cercheremo di riportarcela dalla nostra parte. Sono concentrato sul lavoro, sulla partita con il Parma, e poi sui successivi impegni e alla fine del campionato si tireranno le linee.
Brugman? È un giocatore importante di questa squadra, è il capitano e spero che faccia delle grandi partite da qui alla fine in modo che mi dia una mano. Per quanto riguarda la linea difensiva sto provando delle soluzioni e la posso mettere a 4 o a 3, vedremo. Non sono integralista e non ho un modulo particolare a cui sono legato, è logico che se si decide come fare la squadra dall’inizio dell’anno, invece se si entra in corso si deve mettere nelle condizioni migliori la squadra di esprimersi, cerco di fare il meglio possibile cercando di portare le mie idee. Ho un grande rispetto dell’avversario, però dobbiamoa vere una nostra identità, sapere quello che dobbiamo fare e far preoccupare le squadre avversarie.
Quindi bisogna trovare l’identità giusta e a seconda degli avversari adottare degli accorgimenti partita dopo partita. È giusto chela società guardi ad un obiettivo importante come i play off, per me l’obiettivo principale è sabato, perché se faremo bene sabato un po’ per volta arriveremo ad avere ciò che vorremo. Dobbiamo cercare di trarre il massimod a questo finale di campionato e fare più punti possibili per arrivare ad un traguardo importante. Incontriamo una squadra che è stata costruita per un qualcosa di importante ed ha giocatori importanti, quindi incontreremo una squadra il cui nome dà già una spinta motivazionale e questo per me è già importante.
A chi mi ispiro? Cerco di avere l’umiltà di prendere sempre il meglio dagli altri, no mi sento mai arrivato, questa è stata la mia prerogativa anche quando giocavo a calcio, sono molto maniacale nel vedere quello che sbagliamo, quello che facciamo bene mi interessa poco perché l’allenatore vive di questo, anche se una partita si vince 3-0 c’è sempre qualcosa che abbiamo sbagliato. Lo facevo da calciatore e lo faccio anche da allenatore. Mi piace che la mia squadra abbia un’identità e delle idee sa quando ha la palla che quando non ce l’ha”.