Chieti – Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, questa mattina, presso il Cimitero comunale, alla presenza dei rappresentanti dell’A.N.P.I. “Alfredo Grifone”, delle associazioni combattentistiche e dei parenti dei giovani martiri della Banda Palombaro, che nel periodo bellico dell’occupazione tedesca seguita all’armistizio dell’8 settembre 1943 furono fatti prigionieri e poi fucilati dai militari tedeschi, ha partecipato alla commemorazione dei caduti le cui spoglie sono state traslate all’interno della Cappella Taraborrelli, di proprietà comunale, che, dopo i lavori di straordinaria manutenzione fatti eseguire dall’Amministrazione comunale, è tornata ad ospitare Alfredo e Aldo Grifone, Menotti Guzzi, Leonida Mucci, Marcello Mucci, Aldo Sebastiani e il capitano della Regia Aviazione Militare, Giovanni Baraldi, divenendo il Sacrario dei Combattenti della Resistenza teatina a perenne ricordo del loro sacrificio.
Nel corso della commovente cerimonia, sono state scoperte due lapidi commemorative fatte realizzate dalla sezione di Chieti dell’A.N.P.I.
«Nel 2012 la mia Amministrazione ha voluto ristrutturare questa cappella di proprietà comunale – ha ricordato il Sindaco Di Primio – affinché potesse degnamente accogliere gli eroi teatini della Resistenza, in particolare coloro che, tra Popoli, Bussi, Casoli e Colle Pineta, pagarono con la vita quei tragici momenti della storia d’Italia.
Oggi con orgoglio, insieme al presidente della sezione di Chieti dell’A.N:P.I., Filippo Pazienza, e ai vertici del sodalizio provinciale, la nostra città continua a percorrere un cammino di storia condivisa, già avviato con l’intitolazione del Belvedere della Villa Comunale a Ettore Troilo, ieri ricordando le vittime delle Foibe del comunismo titino, oggi commemorando le vittime della resistenza teatina, per essere tutti insieme vicini a chi, con la propria vita, ha pagato per difendere le proprie idee e la libertà. Ci siamo lasciati alle spalle il secolo peggiore che l’uomo possa ricordare – ha concluso il Sindaco – Oggi dobbiamo essere rispettosi e onorati di come questi giovani teatini hanno vissuto la loro breve vita. Con questo auspicio la città tutta è vicina ai parenti e a tutti coloro che, con la propria vita, sono stati capaci di difendere la nostra libertà».