Convenzione sulla mobilità di area vasta. Critici i comitati greenway ‘improvvisazioni sull’emergenza inquinamento’
Redazione
17 Gennaio 2018
Ambiente
“Ci vuole davvero fantasia e improvvisazione per annunciare il passaggio imminente di pulmini ecologici sulla strada parco, come fa lievemente il sindaco di Montesilvano Francesco Maragno ovvero di bus a metano o elettrici – pari sono – entrambi cari all’Assessore Civitarese, –scrivono i comitati greenway- che immagina a sua volta di alternarli da lungo tempo sul Viale ciclo pedonale tanto caro si pescaresi, peraltro indispensabile – ormai da un ventennio – alla mobilità dolce ciclo pedonale. In conformità con quanto accade utilmente dappertutto circa la destinazione d’uso riservata ai tracciati ferroviari dismessi.
A distanza di oltre tre anni dal fallimento del costruttore olandese del Phileas, che risale al 25 novembre 2014, TUA SpA non ha ancora provveduto alla risoluzione del contratto con ALPIQ. La quale – a sua volta – non è per nulla scontato che accetti passivamente di accollarsi i danni che un progetto fallace ha procurato nel frattempo allo stato dei luoghi. E se l’appaltatore inadempiente avviasse – come è assai più probabile – un contenzioso civile fondato sulle palesi corresponsabilità della “sfortunata” stazione appaltante, cosa accadrebbe alle fantasiose ipotesi illusorie tipiche della peggiore politica, più volte annunciate e mai attuate? La strada parco, per le precarie condizioni dello stato dei luoghi, in specie dell’infrastruttura stradale, di dimensioni anguste fuori norma nonché da ricostruire integralmente in profondità, è notoriamente inadeguata ad accogliere il trasporto collettivo rapido e quello di emergenza a doppia corsia di transito, garantendo le indispensabili condizioni di sicurezza di esercizio per i passeggeri, i ciclisti e i pedoni. Il tracciato, su cui insistono banchine di fermata inidonee ai vettori ipotizzati, è persino inaccessibile alle persone con disabilità, per la presenza di centinaia di barriere architettoniche mai rimosse a distanza di cinque anni dall’apposita prescrizione disattesa del Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.). La campagna elettorale è in pieno svolgimento e i cittadini sono disincantati rispetto alle vane roboanti promesse dei politici contendenti. Nondimeno, non guasterebbe – almeno in questa tristissima sconcertante vicenda Filò – una più responsabile presa d’atto delle gravi inadempienze contrattuali e, soprattutto, dell’impraticabilità di un progetto inutile, dannoso, insostenibile sul piano economico e sociale, il cui fallimento ha condotto all’emergenza ambientale ricorrente. Le politica butti finalmente la maschera, a tutto vantaggio della dignità e dell’onore della delicata funzione istituzionale di competenza malamente ricoperta”.