I gruppi promotori sono CISDAM (Centro Italiano Studi Alberi Mediterranei), SIRF (Società Italiana di Restauro Forestale), SISM (Società Italiana Scienze della Montagna), Sabina Universitas Rieti, Università degli Studi della Tuscia Viterbo. E inoltre le associazioni: AIPIN, Ambiente e/è Vita, Archeoclub, CAI-Tam, Collettivo Studentesco Pescara, CONALPA, Ecoistituto Abruzzo, Fondazione Genti d’Abruzzo, Italia Nostra, Legambiente, Le Majellane, LIPU, Marevivo, Mila Donnambiente, Pro Natura, Scienza under 18, So.Ha.-giovani cittadini attivi, WWF.
Il programma del convegno abruzzese è articolato in due sessioni.
La prima, più squisitamente scientifica, prevede una introduzione di Giovanni Damiani, già direttore tecnico Arta Abruzzo. Seguiranno tre relazioni: Silvano Landi, già comandante della Scuola di formazione dell’ex Corpo Forestale dello Stato parlerà di Incendi boschivi: cause, prevenzione e lotta. L’etnobotanico e naturalista Aurelio Manzi riferirà Note storiche sui rimboschimenti in Abruzzo, mentre Bartolomeo Schirone (Università degli Studi della Tuscia e Centro Italiano di Restauro Forestale) illustrerà Criteri, tecniche e innovazioni nel panorama scientifico per la ricostituzione dei boschi incendiati.
Seguirà una seconda sessione, affidata al coordinamento di Dario Febbo, che fino al marzo scorso è stato direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nel corso della quale interverranno brevemente i rappresentanti delle Associazioni di protezione ambientale.
A conclusione dei lavori sarà presentata una carta per le pratiche virtuose di prevenzione, lotta e interventi post incendio nelle aree boschive.
Sono invitati a partecipare, per ascoltare: Presidente della Regione Abruzzo; Assessori regionali; Presidenti delle Provincie di L’Aquila, Chieti, Pescara e Teramo; Sindaci dei comuni interessati; Sindacati; Ordini professionali; Organismi di gestione delle Aree Naturali Protette.
“L’incontro è di alto livello scientifico perché abbiamo chiamato i principali esperti in materia di prevenzione degli incendi, di intervento in caso di incendio e soprattutto di attività post incendio – ha spiegato Giovanni Damiani, già direttore tecnico Arta Abruzzo – quindi parliamo dell’Università degli Studi della Tuscia, della Società Italiana di Restauro Forestale, parliamo della Società Italiana Scienze della Montagna, quindi ci sono diversi Istituti e poi ci sono 18 associazioni di tema ambientale che co-organizzano insieme alle Istituzioni scientifiche. Tra le finalità c’è quella di redigere una carta che offriamo a tutte le Istituzioni perché quello che è successo quest’estate, con tutte le criticità, non deve avvenire mai più. Quindi parleremo delle azioni virtuose da fare tra cui vorrei sottolineare la gestione delle aree post incendio perché noi riteniamo che ci voglia un’analisi dettagliata del territorio perché ci sono delle zone in cui sicuramente non bisogna fare niente in cui la natura recupererà da sola, ci sono anche delle zone dove bisognerà intervenire e se il diradamento, le piogge, le slavine colpiranno prima che si facciano degli interventi, si rischia di avere delle tragedie a valle, pure la scopertura di rocce dove non crescerà più niente per millenni. Quindi bisogna vedere dove e come intervenire e noi riteniamo che le tecniche che richiedono molta manodopera e tutta una direzione scientifica di quello che si fa allontanare anche gli speculatori che avranno poco da mangiare su una torta dell’emergenza. Di convegni in realtà ce ne sono due: uno a Rieti per il versante tirrenico il 20 ottobre ed il 21 ottobre a Pescara per il versante adriatico. Chiaramente questo convegno non riguarda il Morrone o la singola montagna, ma il fatto che abbiamo avuto oltre 200 incendi in regione e non solo, ma c’è anche un carattere adriatico e non solo localistico”.