“Dopo trent’anni, –commenta Angiolelli– i dirigenti del Ministero insieme ad addetti ai lavori superficiali e incompetenti hanno tentato maldestramente di riproporre, contro la volontà dei cittadini, due treni al posto del binario unico provvidenzialmente cessato, che aveva diviso la città per troppi decenni di disagi al pari di una ferita profonda sul territorio.
Sei chilometri di pali e fili, per un corrispettivo di 25 milioni, scelti e approvati nelle “segrete stanze” ministeriali, a beneficio di pochi e a danno rilevante della comunità“.
Il coordinatore greenway ricorda come a Lecce, per venti chilometri di filovia, siano stati spesi 23 milioni “Quindi, a Pescara, –evidenzia– l’impegno di spesa è stato superiore di ben quattro volte rispetto all’investimento realizzato a Lecce. Incredibile!”
“Per fortuna e grazia ricevuta, –incalza Angiolelli– a novembre 2014 è fallito il costruttore olandese del vettore Phileas previsto in esercizio, lungo 18.87 metri, dotato di guida magnetica semiautomatica mal funzionante nella sperimentazione prolungata di strada.
Che – per questo motivo – non avrebbe mai potuto circolare in sicurezza, a doppia corsia di transito, su un tracciato largo mediamente sette metri, privo di marciapiedi a norma, persino inaccessibili alle persone con disabilità. Un disastro, portato – a maggio 2015 – alla ribalta nazionale da Jimmy Ghione di “Striscia La Notizia”, nell’indifferenza generale degli amministratori pubblici e delle autorità di controllo. Sia pure più contenuto – sul piano paesaggistico – rispetto al danno ambientale e architettonico procurato alla bella città di Lecce.
Il cui sindaco, Carlo Maria SaIvemini, intende ora sospendere e smantellare, anche per il costo eccessivo di esercizio dell’impianto. Il Comune di Lecce perde infatti un milione l’anno a causa del filobus vuoto, che non ha portato alcuna utilità sociale alla mobilità sostenibile”.
Quanto perderebbe, ogni anno, chiede il coordinatore delle associazioni, il Comune di Pescara col filobus Full electric, “che piace tanto a Tonelli, Fabiani e Civitarese, al costo di sei Euro per chilometro?
I cittadini di Pescara, dove l’opera sembrerebbe parimenti destinata alla dismissione o quantomeno al non utilizzo – insieme a quelli di Lecce, auspicano –conclude Angiolelli– di tornare a vedere al più presto il cielo pulito, libero dalle inutili antiche e costose ferraglie”.