In Abruzzo la situazione non è certo migliore, il PD vince soltanto a Spoltore. A L’Aquila ha vinto Pierluigi Biondi, sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con Salvini ed altre liste civiche. Mentre ad Avezzano crolla Gianni Di Pangrazio,e vince Gabriele De Angelis, espressione di un centrodestra camuffato da svariate liste civiche. A Martinsicuro trionfa Massimo Vagnoni sempre di centrodestra, mentre Leo Castiglione (liste civiche) è il nuovo sindaco di Ortona. A San Salvo la Magnacca (centrodestra) viene confermata al primo turno confermandosi alla guida della città.
Secondo Licheri, c’è poco da gioire, anzi, ma c’è da prendere atto della profonda bocciatura che arriva dalle urne in continuità con il fortissimo campanello d’allarma già lanciato il 4 dicembre scorso all’indomani dell’esito referendario.
“Grido d’allarme restato lettera morta. Il primo grande problema resta l’astensione.
Solo il 66,52% degli abruzzesi è andato a votare per le elezioni del 11 Giugno. La provincia più virtuosa è stata quella dell’Aquila, l’unica a superare il 70% con il 70,38% (-4,54% su cinque anni fa), seguono Pescara, 64,16% (-2,76%), Chieti, 62,13% (-5,29%) e Teramo, 61,86% (-4,93%).
Il ballottaggio vede crollare al 52,28% l’affluenza: un risultato inferiore del 15,49% rispetto al primo turno”.
«I cittadini Abruzzesi cercano una soluzione ai loro problemi, ed evidentemente l’offerta politica messa in campo, era, almeno nella percezione comune, parte del problema e non della soluzione»
“A chi ci tortura l’anima da mesi parlando di centro-sinistra, –commenta il segretario regionale SI– a chi tira fuori pozioni magiche per riesumare cadaveri di un mondo politico che non c’è più arriva dunque un brusco risveglio. Lo ripetiamo da mesi, tra copia ed originale vince sempre l’originale, la destra. E il centro-sinistra visto negli ultimi anni ha dimostrato, purtroppo, di essere quella formazione che negli anni della crisi, riduceva diritti, welfare, tutela dell’ambiente, ruolo dello Stato e con essi la qualità della vita delle persone.
Insomma se si gioca sul terreno della paura e delle insicurezze sociali dando risposte securitarie e riducendo gli spazi di democrazia si regala culturalmente alle destre il terreno migliore per tornare ad essere credibili. Mentre il paese pian piano sprofonda nella povertà due sono i nemici percepiti dalla popolazione: i migranti e l’establishment. E la destra e il M5stelle sembrano ad oggi interpretare al meglio la soluzione a questi problemi.
In un paese in cui i corpi intermedi vivono tempi bui e in cui negli ultimi 20 anni si sono ridotti all’osso gli spazi di partecipazione dei cittadini le urne restano uno degli ultimi termometri che misurano la febbre del paese. Certo erano solo elezioni amministrative, e vanno prese con le pinze, però e li ormai il luogo ultimo in cui i bisogni dei cittadini si traducono in scelte politiche e in cui il grido di dolore strozzato in gola produce i suoi ultimi vagiti”.
«Il terremoto, i disastri ambientali degli ultimi anni, e i morti continuano a gridare vendetta e bisogna saper cogliere questa sofferenza»
Licheri ricorda come il 18 Giugno anche Sinistra Italiana Abruzzo era al Teatro Brancaccio per provare a ripartire e rimettere un punto a tutto questo.
“L’idea che parta un’epoca nuova fondata sulla sicurezza sociale che abbia la sua “base” nella redistribuzione della ricchezza culturale e materiale. Pace e convivenza civile tra diversi, difesa del territorio e della salute.
Una nuova fase costituente, –propone Licheri– che scardini e spiazzi i dogmi neoliberisti del passato recente che abbiamo alle spalle. Un’epoca in cui tutti possano studiare all’università, tutti possano curarsi e avere una casa, in cui nessuno sia lasciato solo e senza reddito, in cui non si venga licenziati senza motivo e si arrivi alla pensione prima di morire, in cui i ricchi paghino molte tasse e i poveri molto poche e infine in cui quella contro le mafie e la corruzione sia una lotta senza quartiere.
In Abruzzo siamo pronti per ripartire e rimetterci in cammino insieme ad associazioni, movimenti, partiti, singoli cittadini e a tutte quelle comunità ribelli che vogliono provare a costruire da subito un’alternativa di sinistra per arginare questa pericolosa virata a destra. Senza formule magiche e ricette politiciste, –conclude il segretario SI– ma con le orecchie ben aperte per ascoltare quei territori abbandonati dalla politica che aspettano risposte e costruirle insieme a loro”.