Il ruolo e il valore dei Parchi Nazionali e delle Riserve Naturali è attualmente oggetto di animata discussione, e gli assalti alla “fortezza” delle Aree Protette si moltiplicano. E per odio al Lupo, si tenta di riaprire la caccia nei Parchi Nazionali… Dove si andrà a finire nessuno lo sa, quel che è certo è che l’ambientalismo sembra aver perso la bussola, e vaga diviso, orfano di memoria storica, senza alcun solido punto di riferimento.
Ad affrontare la discussione è chiamato Franco Tassi, ecologo e naturalista di fama internazionale, noto soprattutto per la sua lunga opera di Direttore del Parco d’Abruzzo nel periodo d’oro, per il successo nelle “missioni impossibili” di salvataggio di orsi, lupi, camosci, cervi e foreste antiche, e oggi riconosciuto come il vero “padre” dei Parchi Nazionali in Italia.
Se dovessero prevalere le spinte distruttive, si aprisse la caccia al Lupo e crollassero le difese delle Aree Protette, la Natura del Bel Paese precipiterebbe in un vero “buco nero”, con gravi effetti negativi. Mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, e compromettendo uno dei maggiori “attrattori” del turismo nazionale e internazionale, con enormi danni economici, culturali e sociali. Ma se invece le forze civili che contrastano l’aggressione saranno unite, decise e consapevoli, approfondendo la verità e mostrando i benefici dei Parchi, si aprirebbe un ben più radioso avvenire. Perché non vi è dubbio che il riscatto futuro del nostro Paese è legato anche alla sorte del suo straordinario patrimonio ecologico, naturalistico e paesaggistico oggi a rischio, ma meritevole della massima tutela. Ed è chiaro che soprattutto dalla sua attenta cura e gestione potranno scaturire le migliori possibilità di occupazione per i giovani.
Qualche segno sia pur lento e faticoso di riscossa delle nostre Aree Protette si avverte già nelle recenti proposte dei nuovi Parchi Nazionali del Monte Amiata in Toscana, e di Assisi-Monte Subasio in Umbria. Ma ora anche l’Abruzzo, un tempo famoso e apprezzato nel mondo come “Regione Verde d’Europa”, dovrà essere capace di risollevarsi, ritrovando la sua vera vocazione, che costituisce il vero “bene comune” nell’interesse di tutti.