Montesilvano – «È incredibile, anche i tifosi delle ruspe e delle prove muscolari, si sono resi conto che uno sgombero senza soluzioni abitative alternative è portatore di ulteriori disordini e problematiche. Da domani, spenti i riflettori, le “emergenze” ricadranno tutte su coloro che restano sul territorio, a cominciare dalle forze dell’ordine, che dovranno provvedervi con la scarsità di mezzi e risorse, grazie ai tagli di DESTRA E PD in Parlamento. Un sindaco non può affermare “troveranno da soli altre sistemazioni» è quanto afferma Corrado Di Sante di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, dopo le critiche ricevute da esponenti dell’amministrazione comunale e dopo i suoi commenti rilasciati in merito alla situazione post sgombero.
«Dove andranno ora? È la domanda ricorrente nella maggior parte dei commenti di molti cittadini esasperati e con i toni esplicitamente razzisti, che l’amministrazione dovrebbe combattere e non fomentare. È davvero incredibile che sindaco, consiglieri e prefetto, non se ne rendano conto. Pensavano che tutto si risolvesse con uno show e qualche intervista?
Francesco Maragno, Adriano Tocco, Mauro Orsini –scrive Di Sante– hanno una decina di anni di consigliatura sulle spalle, condite con i soliti cambiacasacca, maggioranze ballerine, sindaci eletti e sfiduciati, ruoli e incarichi, insomma non scoprono oggi le problematiche del “ghetto” di Via Ariosto. Rifondazione Comunista non ha nessuna invidia per i cambiacasacca e i ballerini di maggioranza».
Lo sgombero incalza Di Sante, non è un atto di coraggio, è l’emblema del fallimento della politica.
«Questa è la medaglia che dovrebbero mettersi al petto. Riproponiamo il nostro dossier candidati del 2012 http://www.corradodisante.it/?page_id=30 . La storia degli ultimi 7 anni è conosciuta, sia Mauro Orsini che Adriano Tocco sono stati assessori della giunta Cordoma.
Piuttosto andrebbe recuperato un rapporto con le comunità migranti, –Rimarca Corrado Di Sante– con coloro che da un ventennio vivono e lavorano nella nostra città, andrebbero affrontate problematiche e contraddizioni, per dare a tutte e tutti piena cittadinanza, senza dialogo non c’è futuro, nella paura e nella solitudine non c’è alcuna possibilità di fare più bella vivibile e accogliente Montesilvano».
«Le ruspe passano i problemi restano. Il cosiddetto PP1 (Piano particolareggia 1) –conclude– il quartiere compreso tra fiume, mare, stazione e viale Europa è l’emblema del sacco di Montesilvano, delle incompiute, dei padroni del cemento difronte ai quali sindaci e assessori si tolgono il cappello, impossibile non pensare male».