Pescara – Denunciati dall’amministrazione cittadina 6 attivisti del coordinamento “salviamo gli alberi” per interruzione di pubblico servizio, i fatti risalgono all’agosto dello scorso anno quando un gruppo di cittadini si oppose alle operazioni di sfoltimento e potatura messe in atto dal Comune di Pescara, operazioni che prevedevano il taglio di pioppi e pini ritenuti dal comune pericolosi e che furono contestate pacificamente da molti cittadini che aderirono al coordinamento nato per l’occasione, oggi ad essere indagati sono Massimo Melizzi – Presidente dell’associazione Pescara Punto Zero, Loredana di Paola del Forum h2o, Caterina Artese insieme a Simona Pieramico con Junio Araneo e Raffaello Caiano di Spaziopiù, a loro gli attestati di solidarietà di cittadini e delle associazioni Forum Abruzzo Movimenti per l’acqua – Pescara Punto Zero – Conalpa – Iaap – wwf – archeoclub – Italia Nostra – Espressioni Libre – Soa – Pro Natura
“ hanno esercitato il loro diritto di critica agendo ad esclusiva tutela del patrimonio arboreo della citta’.–commentano– il paradosso: dalle discariche di bussi ogni giorno cancerogeni nell’ambiente e non accade nulla, qui la procura persegue i cittadini che difendono il verde”.
Una pagina che tutti pensavamo chiusa, di partecipazione tra cittadini e istituzioni e che aveva visto anche l’amministrazione protagonista a seguito della grande mobilitazione, e partecipate assemblee che costituirono un movimento spontaneo “SalviAmo gli alberi” fatto di associazioni, esperti e cittadini, movimento che dopo un braccio di ferro portò il Comune ad aprire un tavolo di confronto pubblico, salvando decine di esemplari di pini, “davvero nessuno –commentano le associazioni–si aspettava un epilogo finale tanto autoritario e reazionario”.
#InterruzionediPubblicaDevastazione
6 attivisti denunciati dall’amministrazione del comune di Pescara per “interruzione di pubblico servizio” durante le vaste operazioni di taglio di pini e pioppi la scorsa estate. Il reato penale, ricordiamo, prevede da 1 a 5 anni di reclusione.
“Ormai arriviamo al paradosso –commentano le associazioni in difesa dei cittadini indagati– che da oltre 10 anni dalla discarica di Bussi fuoriescono cancerogeni ogni giorno (ormai ne sono uscite decine di chili) perchè nessuno mette in sicurezza il sito, ma si procede contro i cittadini che vogliono difendere quel poco di verde che è rimasto portando montagne di ragioni tecniche ed amministrative.
Il fatto contestato si riferisce all’agosto 2016, quando nelle operazioni di sfoltimento e potatura del Comune di Pescara, tanti cittadini si mobilitarono vedendo tagliare alberi secolari con la giustificazione della “somma urgenza”.
Se ci fosse una norma che impedisse lo scempio del patrimonio pubblico, forse saremmo orgogliosamente colpevoli di “interruzione di pubblica devastazione”. Il nostro atteggiamento e comportamento è stato sempre ispirato al più alto valore civico, ci riteniamo infatti cittadini consapevoli, non sudditi deferenti”.
La battaglia condotta ricordano gli ambientalisti, non era per salvare l’aiuola sotto casa, quanto per tutelare un bene comune di valore inestimabile visto che ci difende anche dall’inquinamento che porta morti in città.
“Per giorni abbiamo chiesto un confronto, raccolto denaro per dar luogo a esami strumentali più accurati. Alla fine Grazie alla protesta si sono salvati tanti esemplari di Pino d’Aleppo di altissimo valore storico e paesaggistico condannati sommariamente e ora lo sappiamo superficialmente all’abbattimento, molte addirittura per errore di numerazione.
Una brutta pagina per Pescara. Con questo che crediamo essere un atto intimidatorio, si crede forse di spaventare e scoraggiare le persone alla partecipazione? ”
Gli attivisti ricordano come le loro ragioni sono oggi confermate dalla stessa amministrazione comunale che, grazie alla protesta, ha poi dovuto rinunciare al taglio di tante piante.
“Come pure si è palesato che non vi era la “somma urgenza”, invocata per giustificare la vasta operazione di tagli, visto che il procedimento era di ben tre anni prima. Oggi con la relazione del consulente esterno Dott. Sani – con la metodologia che avevamo da subito proposto all’amministrazione per una perizia approfondita e strumentale – si conferma la stabilità di molti degli alberi esaminati. Le criticità rilevate, che in alcuni casi purtroppo comporteranno il taglio di alcune piante sono tra le ultime vittime di una pessima gestione del verde che, negli anni, con potature devastanti e mancate cure, ha indebolito il patrimonio arboreo di Pescara. Ricordiamo che Pescara è ben al sotto degli standard riguardo il verde pubblico: 2 mq/ab contro i 9 mq/ab necessari per raggiungere lo standard minimo europeo! Invece ai primi posti in Italia quanto a consumo di suolo: ben il 50,8 % del territorio comunale!
Ci attendiamo che nel prossimo futuro si cambi registro con l’istituzione ufficiale della tanto agognata Consulta del verde, partecipata dalle associazioni e da esperti, per una gestione più attenta e professionale di un bene pubblico fondamentale per il benessere della comunità.Sarebbe anche un modo per assolvere ai principi contenuti nell’art. 21della nostra Costituzione, nell’art. 9 che sancisce la “Tutela [del] il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” e nella Convenzione di Aarhus (legge n. 108 del 16 marzo 2001) che prevede “il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia ai processi decisionali di governo locale, nazionale e transfrontaliero concernenti l’ambiente”.