Luigi Colazilli nacque a Chieti il 5 luglio 1917. Conseguita la maturità al liceo classico Vico, frequentò la facoltà di Medicina e chirurgia nelle U niversità di Padova e di Bologna. Coltivò molteplici interessi, ma non trascurò gli studi. Verso la fine del corso fece tirocinio nel vecchio ospedale civile di Chieti, col noto chirurgo Gaetano Scoppetta. Educato dal padre, tenace antifascista, all’amore per la libertà, nel maggio del 1943 costituì, con altri antifascisti, l’associazione segreta «Libera Italia», rinnovando nel nome e nel programma l’associazione «Italia Libera», nata anche a Chieti nel 1924, dopo il delitto Matteotti, e soppressa dal regime fascista.
Dopo l’8 settembre, partecipò all’organizzazione della Banda Palombaro, che si proponeva di combattere con le armi i tedeschi e i neofascisti repubblichini. Nell’ultima decade di settembre si trasferì, col grosso della banda, a Palombaro. Nel corso degli scontri, dal 1 al 5 ottobre, con le preponderanti forze tedesche, non esitò un istante a curare, col collega Vincenzo Giamberardino, un soldato nemico ferito. L’atto generoso non valse a salvarlo dalla fucilazione. Il 13 dicembre 1943 fu arrestato dai tedeschi, con la complicità di spie repubblichine, con 12 partigiani, riuniti in una casa alla periferia di Chieti, per incontrarsi con due falsi ufficiali inglesi, coi quali organizzare l’entrata degli alleati in città. Trasportati a Bussi, dopo un processo sommario, il 14 dicembre Colazilli e altri nove patrioti furono fucilati.