L’Aquila – Nelle festività pasquali consumiamo i prodotti dei nostri allevatori. E’ l’appello dell’assessore alle Politiche agricole, Dino Pepe che in una lettera aperta auspica che si rafforzi la consapevolezza dell’importanza della qualità legata al territorio di origine e al rispetto dei principi elementari di una sana ed equilibrata alimentazione.
“Il mio invito – scrive – dopo quello rivolto alla refezione scolastica e collettiva e alla ristorazione, questa volta lo rivolgo alle famiglie abruzzesi che si ritroveranno per trascorrere insieme le imminenti festività pasquali: utilizzate i prodotti degli allevatori abruzzesi. I prodotti agroalimentari del nostro territorio hanno il dono di saper descrivere, in maniera diretta ed incisiva, le nostre peculiarità e le nostre potenzialità perché dietro ogni “tipicità locale” c’è una storia di valori immutati e tramandati. In più di una occasione, ho avuto modo di dire che diventa una’esigenza etica’ quella di lavorare, tutti insieme, affinchè questo inestimabile patrimonio possa essere valorizzato nell’ambito delle mense (Scuole, Università, Enti Pubblici, Ospedali, etc) e della ristorazione abruzzese, trasformando i luoghi del vivere quotidiano in occasioni di informazione – educazione sul valore del territorio rurale e delle sue produzioni. Rispecchiano a pieno queste caratteristiche le carni bovine e ovine a marchio IGP (Vitellone dell’Appennino Centrale e Agnello del Centro Italia), trattandosi di produzioni realizzate nella nostra regione da aziende zootecniche generalmente di piccole e medie dimensioni, localizzate prevalentemente nelle aree interne e pedemontane. Si tratta di una presenza fondamentale per questi territori quella degli allevatori, messi a dura prova dagli ultimi eventi calamitosi del mese di gennaio, che dimostrano la voglia di ripartire e di portare avanti i valori di cui sono imperniati i loro sacrifici: la qualità elevatissima del prodotto, il rispetto delle tipicità e la tutela del territorio. In palio – aggiunge l’assessore Pepe – c’è, oggi più che mai, la conservazione di un modello di zootecnia che ha lottato per anni contro la globalizzazione, contro il sistema delle grandi distribuzioni finalizzate alla massimizzazione del profitto e alla massificazione delle produzioni, che ha lottato, oltre ogni disagio, per mantenere le produzioni in posti impervi e bellissimi destinati, senza questa economia, allo spopolamento e all’abbandono, mantenendo in piedi sistemi sociali fatti di borghi bellissimi e sorprendentemente ancora animati, fuori dal tempo e dai sistemi economici tradizionali. In palio – conclude – c’è, in ultima istanza, la conservazione del battito della ‘magia abruzzese’, quella che ancora permea di stupore lo sguardo dei ‘cittadini del mondo’ che in questi luoghi si meravigliano ogni volta di una società, di una economia, di un modello che mette ancora al centro la qualità della vita”.