L’Aquila – Dopo la tempesta che ieri si è abbattuta sulla giunta regionale interviene il segretario regionale Marco Rapino cercando di far chiarezza e rispondendo alle dichiarazioni del consigliere di Forza Italia Mauro Febbo, intervenuto sulla notizia diffusa ieri, dalla agenzia Ansa, circa un’ipotesi di reato di falso ideologico per tre i assessori regionali abruzzesi, Marinella Sclocco, Silvio Paolucci e Dino Pepe.
A loro si contesta di aver partecipato alla riunione dell’esecutivo e aver votato la delibera di giunta regionale numero 367 del 3 giugno 2016, relativa alla riqualificazione per un’opera da un milione e 200mila euro per il parco comunale Villa delle Rose di Lanciano. I tre esponenti PD ora sono indagati in un filone di inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila. Gli avvisi di garanzia sono stati inviati all’atto della proroga delle indagini motivo per il quale non sono ancora chiare le contestazioni mosse.
LA DICHIARAZIONE DI MAURO FEBBO (FI)
“A conferma di ciò che da tempo provo a far capire agli abruzzesi e, soprattutto, a questo esecutivo regionale, oggi arriva un’inchiesta della magistratura che intende fare chiarezza sui contenuti procedurali e amministrativi degli atti adottati dalla stessa Giunta. All’indomani dell’approvazione della delibera numero 367 del 3 giugno 2016, precisamente il 16 giugno, unitamente all’onorevole Fabrizio Di Stefano e al candidato sindaco di Lanciano, Errico D’Amico, abbiamo fatto una conferenza stampa proprio per denunciare il contenuto di una dgr dove di fatto non vi era né il parere di bilancio, né l’impegno di spesa, ma cosa più grave, il progetto del ‘Central Park’ era demandato al direttore generale per la cantierabilità”.
Così è intervenuto sulla vicenda frentana il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo comentando l’inchiesta avviata riguardo la riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose di Lanciano, e aggiungendo “”La preoccupazione era, ed è, dettata proprio dal leggere decine e decine di delibere di Giunta dove mancano gli impegni di spesa del settore Bilancio che rendono praticamente gli atti amministrativi fumo e di difficile, se non impossibile, copertura finanziaria, senza dimenticare che alle stesse non viene data la pubblicità che norme e regolamenti impongono”.
“Il 16 giugno a Lanciano si era voluto sottolineare un vizio legislativo e amministrativo riscontrato in quel provvedimento così come era stato fatto in tante altre precedenti occasioni dal sottoscritto”.
“Quindi adesso dalle figure di spicco del Partito democratico, come il sindaco Mario Pupillo, l’assessore Silvio Paolucci e il consigliere regionale Camillo d’Alessandro, che avevano intenzione di realizzare una statua di pinocchio a futura memoria proprio all’interno del parco, – ha concluso Febbo – mi aspetto quantomeno delle scuse ufficiali rivolte sia a coloro che erano presenti a quella conferenza stampa sia a tutti i lancianesi che oggi dovranno prendere semplicemente contezza di chi è il vero pinocchio”.
LA DICHIARAZIONE DI MARCO RAPINO (PD)
“Dopo le indiscrezioni su ipotesi di reato di falso per tre esponenti del Pd: Sclocco, Paolucci e Pepe; formulate dalla Procura della Repubblica dell’Aquila, sul numero legale dei componenti della giunta regionale al momento della approvazione sull’attribuzione del finanziamento per la riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose di Lanciano, ecco puntuali gli sconclusionati attacchi politici del consigliere di Forza Italia Mauro Febbo. Di cosa parla Febbo?
Noi non lo sappiamo in quanto finora delle indagini si hanno solo indiscrezioni di stampa e con esse le interpretazioni politiche di Febbo. Sappiamo, invece, che l’ipotesi di indagine è legata alle presenze in giunta e al raggiungimento del numero legale durante l’approvazione della delibera sui lavori di riqualificazione del Parco delle Rose. Una ipotesi di reato quindi relativa alle presenze in giunta e al numero legale raggiunto.
Se Febbo ha fonti diverse, frutto di fughe di notizie interessate a fare confusione, ci sarebbe da meravigliarsi e non poco, e su questo sarà il Pd a chiedere eventuali chiarimenti. Sta di fatto che come Partito Democratico abbiamo sempre mantenuto un atteggiamento costruttivo, aperto e garantista, verso chiunque. I fatti ci hanno dato molto spesso regione, tanto che molte iniziative e inchieste della pubblica accusa si sono rivelate alla luce delle prove, solo ipotesi di indagini smentite dai fatti.
Quindi la magistratura indaghi e faccia chiarezza, troverà gli esponenti del Pd pronti ad ogni chiarimento, mentre il consigliere Mauro Febbo, se può stia ai fatti nel bene anche di un minimo di cultura giuridica verso la quale il Pd ha dedicato con impegno e in modo limpido la sua storia istituzionale. ”