Nel corso dell’assemblea sono stare presentate delle proposte per ristrutturarlo e renderlo più funzionale.
“Questo è un incontro pubblico – ha sottolineato il portavoce del Comitato Risorgi Sirena, Pierfrancesco Fimiani – è un’occasione per parlare pubblicamente di questo tema per la prima volta perché in realtà fino ad adesso non era successo. Noi del Comitato che abbiamo organizzato questo incontro portiamo tre relazioni: io parlo della storia del Comitato (da quando è stato costituito nel 2012 fino ad oggi), poi la dottoressa Rapino parla della storia del Palazzo Sirena concentrandosi sulla sua parte storica e per riportarlo al centro dell’attenzione. Poi c’è una parte curata da Italia Nostra con esponenti della storia e della cultura con importanti firme a livello regionale e nazionale ed infine vengono presentati progetti perché ce ne sono, oggi ne presentiamo due alternativi alla demolizione per dare un senso al Palazzo: ristrutturarlo per ricollocarlo in maniera attiva all’interno della vita francavillese. Poi c’è il dibattito pubblico. Questo è un Palazzo storico, ha circa 65 anni, il progetto c’era già dal ’47, quindi sono 70 anni che questo Palazzo circola in qualche modo. Quello precedente, risalente all’800, è stato abbattuto dai tedeschi quando aveva circa 50 anni di vita, quindi Palazzo Sirena ha più anni del Palazzo storico che è stato abbattuto dai tedeschi in ritirata. Quindi la storicità della Sirena è legata indissolubilmente con quell’evento tragico del 1943 con i tedeschi che lo hanno minato. Se non ci fosse stata la guerra probabilmente saremmo stati qui a parlare di altro”.
L’iniziativa ha visto quindi la proiezione di video su palazzo Sirena, e le relazioni di: Federica Rapino, laureata in storia dell’arte con la relazione dal titolo “Storia e identità di un simbolo di Francavilla”; Piero Ferretti di Italia Nostra ha presentato l’appello lanciato e sottoscritto da illustri personalità del mondo dell’arte e della cultura; gli architetti Mantini e Licursi hanno illustrato il loro progetto di riqualificazione del palazzo; il portavoce Pierfrancesco Fimiani racconterà la storia relativa alla paventata demolizione a partire dal 2013 quando il comitato è sorto. La seconda parte dell’incontro è stata dedicata al confronto.
“È un edificio storico – ha rimarcato Federica Rapino del Comitato Risorgi Sirena – ed il Centro Studi di Architettura lo ha definito un chiaro esempio di tardo razionalismo ed anche di un certo pregio e di un certo valore storico-artistico. Inoltre sarebbe insensato privare la città di spazi pubblici di cui oggettivamente è carente. Questa è l’occasione per presentarci anche alla cittadinanza e per spiegare le motivazioni ed il valore reale di questo Palazzo in opposizione a quello che viene sostenuto dall’amministrazione che ha negato l’incontro pubblico aperto a tutti i cittadini e a questo punto noi abbiamo deciso di incontrare la cittadinanza e spiegare le nostre ragioni per le quali il Palazzo Sirena va salvato. Sicuramente i cittadini non sono stati adeguatamente informati e un Referendum ad esempio sarebbe stata un’occasione per informarli in maniera più completa su questa tematica. Sono convinta che attraverso i social network i cittadini di Francavilla non hanno capito a pieno il valore della perdita causata da questo intervento”.
Assemblea molto partecipata, presenti tra il pubblico anche il sindaco Antonio Luciani (che è intervenuto per ribadire le ragioni dell’abbattimento), che ha raccolto l’invito del Comitato a partecipare, ed i due ex sindaci Roberto Angelucci e Nicolino Di Quinzio.
“Oggi affronteremo alla città il tema della ristrutturazione e valorizzazione e salvaguardia del Palazzo Sirena – ha affermato il consigliere comunale Stefano Di Renzo – per far capire alla città che è un patrimonio che va salvato e che non va demolito con i soldi pubblici esclusivamente per rincorrere un’idea di piazza di cui Francavilla non ha bisogno. Francavilla ha bisogno di immobili funzionali che possano accogliere le esigenze della città e dei ragazzi ed il Palazzo Sirena ha tutte queste caratteristiche. Ci sono diverse proposte ed idee, spendere 1 milione di euro solo per demolire il Palazzo e fare una piazza ci sembra esagerato. Con meno soldi riusciremmo a ristrutturare il Palazzo e a restituirlo alla città, speriamo di riuscire a farlo”.