“La tragedia delle Foibe sta lì a ricordarci l’importanza di costruire una memoria condivisa. I tragici fatti che avvennero in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945 rappresentano una delle pagine più buie della nostra storia, non solo per quanto riguarda la cieca violenza che li ha contraddistinti ma anche e soprattutto per il colpevole silenzio che ne ha offuscato il doveroso ricordo. Ridare cittadinanza storica a quegli avvenimenti significa dunque rispettare i principi e i valori su cui si fonda la nostra Repubblica. Al di là di ogni vacua retorica e fuori da sterili contrapposizioni ideologiche, credo sia necessario fermarsi a riflettere sulle motivazioni storiche e politiche che alimentarono il furore nazionalista di quegli anni: una lezione che è bene tenere a mente soprattutto in un momento come questo in cui forti sono le spinte populiste e i tentativi di allentare i legami di solidarietà tra le nazioni. Oggi più che mai, quindi, commemorare il Giorno del Ricordo, vuol dire aver imparato dagli errori del passato e lavorare con costanza e dedizione alla costruzione di un’Europa più unita, più giusta e più solidale”.