Si sono salvati in 11, Vincenzo e Giorgia, i due fidanzati sopravvissuti, ieri hanno raccontato di essersi «ritrovati sotto senza capire come. Ci siamo nutriti di ghiaccio per sopravvivere».
Alla fine tra 20 e 21 gennaio saranno nove le persone estratte vive, a cominciare dagli altri due bambini: Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo. Cinque gli adulti: Adriana Vranceanu, Francesca Bronzi, Vincenzo Forti, Giorgia Galassi e Giampaolo Matrone. E gli ultimi due, un uomo e una donna, li hanno trovati nella zona tra il bar e la hall.
La valanga che è costata la vita a 9 donne e 12 uomini: Rosa Barbara Nobilio e suo marito Piero di Pietro, Nadia Acconciamessa e il marito Sebastiano di Carlo, Linda Salzetta, , Ilaria De Biase, Luana Biferi, Marco Tanda e la fidanzata Jessica Tinari, Sara Angelozzi, Marinella Colangeli, il maitre dell’hotel Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D’Angelo, Stefano Feniello, Marco Vagnarelli, l’amministratore dell’hotel Roberto Del Rosso, il receptionist Alessandro Riccetti, il rifugiato senegalese Faye Dame, Claudio Baldini, Emanuele Bonifazi.
Le autopsie eseguite nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Pescara fanno luce sulla causa della morte: “In alcuni casi, ci sono state morti immediate per schiacciamento, in altri casi ci sono stati decessi meno immediati con concorrenza di cause temporalmente assai prossime: schiacciamento, ipotermia e asfissia”.
Di alcuni già si sono celebrati i funerali. E’ iniziato martedì 24 gennaio nella chiesa di San Nicola Vescovo a Farindola il primo funerale di una vittima del disastro dell’hotel Rigopiano. Si tratta del maitre dell’albergo Alessandro Giancaterino, 42 anni di Farindola.
Ieri è stata la volta di Sebastiano Di Carlo, 49 anni, e sua moglie Nadia Acconciamessa, 47, andati al resort con il loro bambino di otto anni, che si è salvato, svoltesi ieri mattina a Loreto Aprutino con un fiume di gente, accorsa da tutti i paesi della provincia per dare loro l’ultimo saluto. Il parroco, nella tenda del campo sportivo, dove si è celebrata la funzione, ha ringraziato a nome della famiglia tutti gli intervenuti, citando i corpi dei soccorritori e le autorità presenti, e chiedendo scusa nel caso avesse dimenticato qualcuno.
Tuttavia già da 24 ore era apparso chiaro che ormai la speranza di trovare ancora superstiti era finita: era evidente che il lavoro di ricerca da parte dei circa 200 uomini impegnati sul posto, tra Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Esercito, Carabinieri, Soccorso Alpino e 118 avesse come obiettivo rimasto a quello di trovare prima possibile tutti i corpi sepolti sotto la neve e le macerie.
Oggi di quel post rimangono solo le macerie miste a neve e il dolore di chi in quell’hotel ha perso un familiare o un amico.